da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado
I fiori sbocciavano sulle piazze di Ilhéus, cespugli di rose, crisantemi, dalie, margherite. Le portulache si schiudevano nell‘erba puntuali come l’orologio dell’intendenza, spruzzando di rosso il verde dei prati. Dalle parti del Malhado, in mezzo alla vegetazione, nei boschi umidi dell’Unhao e della Conquista, esplodevano fantastiche orchidee. Ma il profumo che si innalzava sulla città, che l’avvolgeva, non veniva dai giardini, dai boschi, dalle aiuole, dalle orchidee selvatiche. Veniva dai magazzini di imballaggio, del porto e delle ditte esportatrici, era il profumo dei frutti secchi di cacao, così forte che intontiva i forestieri, così familiare che nessuno più lo avvertiva. E si distendeva sulla città, sul fiume, sul mare. Nelle piantagioni, i frutti di cacao coloravano il paesaggio di tutta la gamma del giallo, un paesaggio dorato.
I fiori sbocciavano sulle piazze di Ilhéus, cespugli di rose, crisantemi, dalie, margherite. Le portulache si schiudevano nell‘erba puntuali come l’orologio dell’intendenza, spruzzando di rosso il verde dei prati. Dalle parti del Malhado, in mezzo alla vegetazione, nei boschi umidi dell’Unhao e della Conquista, esplodevano fantastiche orchidee. Ma il profumo che si innalzava sulla città, che l’avvolgeva, non veniva dai giardini, dai boschi, dalle aiuole, dalle orchidee selvatiche. Veniva dai magazzini di imballaggio, del porto e delle ditte esportatrici, era il profumo dei frutti secchi di cacao, così forte che intontiva i forestieri, così familiare che nessuno più lo avvertiva. E si distendeva sulla città, sul fiume, sul mare. Nelle piantagioni, i frutti di cacao coloravano il paesaggio di tutta la gamma del giallo, un paesaggio dorato.
Nessun commento:
Posta un commento