23 novembre 2018

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un viaggiatore, (1957) – Italo Calvino

Pippo Rizzo (Corleone 1897 - Palermo 1961) - Vecchio Trenino, anni '50. Olio su tavola, cm. 40 x 50
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un viaggiatore, (1957) – Italo Calvino
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Tra dormiveglia e schiamazzi passò un'ora. E lui non si sentiva loro nemico; forse non era nemico di nessuno; forse era diventato un uomo buono. Non li odiò nemmeno quando, poco prima della loro stazione, uscirono lasciando spalancate porta e tendine. S'alzò, si ribarricò, rigustò il piacere della solitudine, ma senza rancore verso alcuno.
Ora aveva freddo alle gambe. Insaccò l'orlo dei pantaloni dentro i calzini, ma aveva sempre freddo. S'avvolse attorno alle gambe le falde del soprabito. Adesso aveva freddo allo stomaco e alle spalle. Riportò il regolatore quasi al «massimo», si rincalzò di nuovo, finse di non accorgersi che il soprabito faceva delle brutte pieghe pur sentendole sotto di sé, ora era pronto a rinunciare a tutto per il suo immediato benessere, la coscienza d'essere buono verso il prossimo lo spingeva a essere buono verso se stesso e, in questa generale indulgenza, a ritrovare le vie del sonno.
I risvegli d'ora in poi furono intermittenti e meccanici. Le entrate del controllore, col suo gesto sicuro nell'aprire le tendine, erano ben distinguibili dagli incerti tentativi dei viaggiatori notturni saliti a una stazione intermedia e smarriti di fronte a una serie di scompartimenti con le tendine chiuse. Ugualmente professionale ma più brusco e tetro, l'affacciarsi dell'agente di polizia, che apriva di botto la luce in viso al dormiente, lo scrutava, spegneva e se ne andava silenzioso, lasciando dietro di sé una corrente d'aria da prigione.
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