24 luglio 2019

da Lisboa - Fernando Pessoa

 da Lisboa - Fernando Pessoa

La Torre di Belém, vista da fuori, è un mognifico gioiello di pietra ed è con stupore e crescente soddisfazione che lo straniaro ammira la sua particolare bellezza. E' come un merletto, e dei più belli, nel suo delicato intarsio che, bianco, balugina da lontano, catturando immediatamente lo sguardo dei naviganti che entrano nel fiume. All'interno la sua bellezza non è da meno; dai suoi balconi e dalle sue terrazze si gode una vista indimenticabile del fiume e, sullo sfondo, del mare.
Attraversando il ponte levatoio, ci troviamo al primo piano dell'edoficio, che è destinato ai cannoni: Alcuni pertugi ci danno l'idea di cosa dovevano essere le celle dei prigionieri, cui quelle esigue aperture forniscono una luce incerta. Sono cinque le celle sotterranee, dove nessuno è rimasto rinchiuso a lungo; si raggiungono attraverso una scala di pietra di 35 gradini. Prima di essere trasformate in celle erano utilizzate come depositi per gli esplosivi.
Al secondo piano si trovano l'Armeria e gli Uffici; al terzo la Sala Régia, con un magnifico balcone e colonne di meravigliosa fattura; al quarto piano il Refettorio al cui esterno, sul pavimento, si possono vedere i fori da cui pteva essere colato piombo fuso in caso di assalto alla fortezza; il quinto piano era della Corte ed è qui che, poco tempo fa, è stata posta una lapide commemorativa i ricordo del grande raid aereo Lisbona - Rio de Janeiro di Gago Coutinho e Scandura Cabral nel 1922. Attraverso una scala di 123 gradini si giunge..........


(...)
Ora la nostra automobile attraversa di nuovo il Rossio, sale per rua do Carmo, rua Garrett meglio conosciuta come Chiado) e girando per rua Invens si ferma alla fine di quest’ultima, che termina nella piazza su cui si affaccia il vecchio convento di Sao Francisco da Cilade, fondato nel 1217, dove sono installate la Biblioteca Nazionale*, la Scuola di Belle Arti e il Museo d’Arte Contemporanea, così come il Governo Civil, che però ha l’entrata in rua do Capelo.
Al primo piano troviamo la Scuola delle Belle Arti, aperta nel 1837, dove si insegna disegno, pittura, scultura, incisione, architettura, ecc. Alcuni artisti – Columbano, Carlos Reis, Salgado e Luciano Freire – hanno qui il loro studio.
Nel Museo Nazionale d’Arte Contemporanea sono esposri belle sculture e dipinti che datano dal 1850 in poi. Ci sono tele di Cristino da Silva, Bordalo Pinheiro, Miguel Angel Lupi, Tomàs J. da Annunciacao, Alfredo de Andrade, il Visconte de Menezes, Antònio Manuel da Fonseca, José Rodrigues, Francisco Metras, assis Rodrigues, Vìtor Bastos, Simoes de Almeida, Alfredo Keil, Moreira Rato, Silva Porto, Bonnat, Antònio Ramalho, Alberto Besnard, Sousa Pinto, Angel, Josè Malhoa, Paul Laurens, Condeixa, Carlos Reis, Trigoso, Salgado, Joao Vaz, Artur Laureiro, Munoz Degrain, Sousa Lopez, Costantino Fernandes ecc.; sculture di Costa Mota, Francisco Santos, Teixeira Lopes, Simoes Sobrinho, Moreira rato, Soares de Reis, Alberto Nunes, Tomàs Costa, Anjos Texeira; disegni di Lupi, Antonio Carneiro, Ramalho, Silva Porto, Bordalo Pinheiro, Sousa Pinto, Vitor Bastos, Sousa Lopes ecc.; acquarelli di alves de Sa, Roque Gameiro, Alberto de Sousa, Helena gameiro, leitao de Barros, Carlos Bonalot ecc. C’è, insomma, molto da vedere e ammirare in questo museo che è ben allestito.
La Biblioteca Nacional è al secondo piano. È stata fondata nel 1796 con il nome di Real Biblioteca Pùblica da Corte, costituita con libri provenienti dalla biblioteca della Commissione per la Censura, cioè con i libri appartenuti ai gesuiti, e da quella dell’Accademia Reale di Storia. La biblioteca ha goduto di successive integrazioni sia per acquisto che per donazioni, nelle 11 stanze e 14 passaggi distribuiti su due piani sono conservati 360.000 volumi. Nell’ingresso si trova la statua della regina Maria i, di Machadi de Castro, e i busti di Castilho (di José Simoes de Almeida) e di Dom Antonio da Costa. Anche gli azuleios policromi del Cinquecento meritano di essere visti; appartenevano alla cappella della Senhora da Vida nella chiesa di Sant’Andrea, che oggi non esiste più.
Al piano inferiore si trovano le sale per le ricerche private e la letture, la sala dei cataloghi e quella dei periodici. Al piano superiore ci sono la tipografia, i servizi, la sezione delle stampe e l’importantissima sala dei Libri Riservati, in cui sono conservate le opere più rare, vere reliquie bibliografiche: alcuni esemplari unici, volumi con illustrazioni e rilegature rare, manoscritti, monete e numerosi documenti di vario genere che insieme vanno a formare una collezione bibliografica meritevole maggiore attenzione.



* Attualmente si trova in un moderno edificio costruito appositamente per ospitare la Biblioteca a Campo Grande
** Ossia la Prefettura

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