da Viaggio in Portogallo – José Saramago
da Belmonte il viaggiatore va a Sortelha passando per strade tutt’altro che buone e per paesaggi che, invece, sono da ammirare. Entrare in Sorthela significa entrare nel Medioevo, e questo lo dichiara non in quel significato che gli farebbe affermare la stessa cosa entrando, per esempio, nella chiesa di Belmonte, da cui proviene. Quello che dà un carattere medievale a questo agglomerato è l’enormità delle mura che lo circondano, il loro spessore, ma anche la durezza del selciato, le vie ripide, e infine, appollaiata su gigantesche pietre, la rocca, ultimo rifugio di assediati, finale e forse inutile speranza. se qualcuno ha mai vinto le ciclopiche mura esterne, non si sarà certo scoraggiato davanti a questo castelletto che sembra un giocattolo.
Tutt’altro che un gioco, invece è l’accusa, in buona calligrafia e ortografia dipinta sull’entrata di una fonte: ATTENZIONE ACQUA NON POTABILE PER INCURIA DELLE AUTORITÀ MUNICIPALI E SANITARIE. Il viaggiatore si è sentito soddisfatto, non per il fatto, è chiaro, di vedere la popolazione di Sortelha così ridotta in quanto ad acque, ma perché qualcuno si è preso la briga di prendere un barattolo di pittura e un pennello e scrivere, per renderne edotti i passanti, che le autorità non fanno quello che devono, quando devono e dove devono. A Sortelha non l’hanno fatto, come testimonia il viaggiatore, che a quella fonte voleva bere, ma non ha potuto.
Andando a Sebugal, il viaggiatore aveva l’obiettivo degli ex-voto popolari del Settecento, ma non ne ha trovato neanche uno. Dove li abbiano messi non ha saputo dirlo quell’anziano che si è presentato con la chiave dell’Ermida de Nossa Senhora da Graca, dove sarebbero dovuti essere. Si salva la Pentecoste di legno scolpito ch si trova nella sagrestia. Le figure della Vergine e degli Apostoli, dipinta a colori vivaci, sono sorprendentemente espressive. Il viaggiatore, in ogni caso, si allontana con un dubbio: se è davvero una Pentecoste, perché gli apostoli sono dodici? non sarà che Giuda è raffigurato solo per ragioni di equilibrio di volumi? O forse che lo scultore popolare abbia deciso, autonomamente e a proprio rischio di esercitare il diritto al perdono che spetta solo agli artisti?
da Belmonte il viaggiatore va a Sortelha passando per strade tutt’altro che buone e per paesaggi che, invece, sono da ammirare. Entrare in Sorthela significa entrare nel Medioevo, e questo lo dichiara non in quel significato che gli farebbe affermare la stessa cosa entrando, per esempio, nella chiesa di Belmonte, da cui proviene. Quello che dà un carattere medievale a questo agglomerato è l’enormità delle mura che lo circondano, il loro spessore, ma anche la durezza del selciato, le vie ripide, e infine, appollaiata su gigantesche pietre, la rocca, ultimo rifugio di assediati, finale e forse inutile speranza. se qualcuno ha mai vinto le ciclopiche mura esterne, non si sarà certo scoraggiato davanti a questo castelletto che sembra un giocattolo.
Tutt’altro che un gioco, invece è l’accusa, in buona calligrafia e ortografia dipinta sull’entrata di una fonte: ATTENZIONE ACQUA NON POTABILE PER INCURIA DELLE AUTORITÀ MUNICIPALI E SANITARIE. Il viaggiatore si è sentito soddisfatto, non per il fatto, è chiaro, di vedere la popolazione di Sortelha così ridotta in quanto ad acque, ma perché qualcuno si è preso la briga di prendere un barattolo di pittura e un pennello e scrivere, per renderne edotti i passanti, che le autorità non fanno quello che devono, quando devono e dove devono. A Sortelha non l’hanno fatto, come testimonia il viaggiatore, che a quella fonte voleva bere, ma non ha potuto.
Andando a Sebugal, il viaggiatore aveva l’obiettivo degli ex-voto popolari del Settecento, ma non ne ha trovato neanche uno. Dove li abbiano messi non ha saputo dirlo quell’anziano che si è presentato con la chiave dell’Ermida de Nossa Senhora da Graca, dove sarebbero dovuti essere. Si salva la Pentecoste di legno scolpito ch si trova nella sagrestia. Le figure della Vergine e degli Apostoli, dipinta a colori vivaci, sono sorprendentemente espressive. Il viaggiatore, in ogni caso, si allontana con un dubbio: se è davvero una Pentecoste, perché gli apostoli sono dodici? non sarà che Giuda è raffigurato solo per ragioni di equilibrio di volumi? O forse che lo scultore popolare abbia deciso, autonomamente e a proprio rischio di esercitare il diritto al perdono che spetta solo agli artisti?
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