Partigiana Francesca (Mimma) Del Rio
RACCONTANO
che quando San Polo d’Enza fu liberato, i partigiani scesi dai monti
sfilarono nel paese con in testa una ragazza a cavallo. Era il 10 aprile
del 1945 e tra la gente che festeggiava in strada molti pensarono che
la partigiana a cavallo fosse una messa in scena, un colpo di teatro
della brigata per celebrare la vittoria sui nazifascisti. In realtà
quella ragazza, nome di battaglia ‘Mimma’, sfilava così perché aveva i piedi congelati, un danno causato da tante marce nella neve e con il quale conviverà per sempre.
Francesca ‘Mimma’ Del Rio è stata una donna straordinaria. O, forse, sarebbe più giusto dire una donna come tante che nella vita fanno cose straordinarie senza vantarsene. Se ne è andata una decina di anni fa e ora, in occasione della Festa della Donna, il Comune di Bibbiano (Reggio Emilia) gli dedica una piazza. Un riconoscimento che sembra legato da un sottile filo rosso al Nobel per la Pace 2018 conferito all’attivista irachena Nadia Murad e al medico congolese Denis Mukwege “per i loro sforzi – recitano le motivazioni - a porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato”. Perché Mimma nel dicembre del 1944, appena diciannovenne e incinta, fu catturata dai nazifascisti che la torturarono con crudeltà inaudita tutti i santi giorni per un intero mese. Fino a quando riuscì a fuggire rocambolescamente dal famigerato carcere nazista di Ciano d’Enza e a ricongiungersi con le brigate partigiane sui monti emiliani.
Alla cerimonia di Bibbiano, fortemente voluta dal Sindaco Andrea Carletti, c’è anche Teresa Vergalli, nome di battaglia ‘Anuska’, un’altra grande donna della Resistenza, prima staffetta poi guida e organizzatrice dei Gruppi di difesa femminili. Oggi ancora si commuove nel ricordare la compagna di tante battaglie: “In una foto giovanile saltata fuori qualche tempo fa, Mimma ha una meravigliosa treccia a corona. Io durante gli anni della Resistenza quella treccia non l’ho mai vista, me ne ricorderei. Immagino che se la sia tagliata una volta diventata staffetta per essere meno riconoscibile. Un primo sacrificio per una donna di quei tempi…”.
da repubblica.it
Francesca ‘Mimma’ Del Rio è stata una donna straordinaria. O, forse, sarebbe più giusto dire una donna come tante che nella vita fanno cose straordinarie senza vantarsene. Se ne è andata una decina di anni fa e ora, in occasione della Festa della Donna, il Comune di Bibbiano (Reggio Emilia) gli dedica una piazza. Un riconoscimento che sembra legato da un sottile filo rosso al Nobel per la Pace 2018 conferito all’attivista irachena Nadia Murad e al medico congolese Denis Mukwege “per i loro sforzi – recitano le motivazioni - a porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato”. Perché Mimma nel dicembre del 1944, appena diciannovenne e incinta, fu catturata dai nazifascisti che la torturarono con crudeltà inaudita tutti i santi giorni per un intero mese. Fino a quando riuscì a fuggire rocambolescamente dal famigerato carcere nazista di Ciano d’Enza e a ricongiungersi con le brigate partigiane sui monti emiliani.
Alla cerimonia di Bibbiano, fortemente voluta dal Sindaco Andrea Carletti, c’è anche Teresa Vergalli, nome di battaglia ‘Anuska’, un’altra grande donna della Resistenza, prima staffetta poi guida e organizzatrice dei Gruppi di difesa femminili. Oggi ancora si commuove nel ricordare la compagna di tante battaglie: “In una foto giovanile saltata fuori qualche tempo fa, Mimma ha una meravigliosa treccia a corona. Io durante gli anni della Resistenza quella treccia non l’ho mai vista, me ne ricorderei. Immagino che se la sia tagliata una volta diventata staffetta per essere meno riconoscibile. Un primo sacrificio per una donna di quei tempi…”.
da repubblica.it
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