La vita nella casa in Burton Road era gaia e non mancava la compagnia.
In occasione del week-end c’erano sempre ospiti. Talvolta venivo
chiamato in sala, gli ospiti chiedevano i me e davanti a loro mi esibivo
in mille modi. Così imparai a conoscere bene i miei parenti e i loro
amici. La colonia degli “spagnoli” di Manchester era cresciuta piuttosto
rapidamente e tutti erano alloggiati,
non lontani gli uni dagli altri, specialmente nei quartieri residenziali
all’estremo ovest della città, a Didsbury e Withington. L’esportazione
dei manufatti di cotone dal Lancashire nei Balcani era un commercio che
rendeva bene. Alcuni anni prima i due fratelli maggiori di mia madre,
Bucco e Salomon, erano arrivati a Manchester e vi avevano fondato una
ditta. Bucco, considerato un uomo avveduto, morì molto giovane, e
Salomon, il duro con gli occhi di ghiaccio, restò solo. Cercò un socio e
quella fu la grande occasione per mio padre, che aveva una così alta
opinione dell’Inghilterra. Essendo un uomo cordiale e conciliante, che
accettava di buon grado anche il punto di vista altrui, una volta
entrato in ditta mio padre fu un utile contrappeso al carattere
inflessibile del cognato. Io non riesco a ricordare questo zio né con
simpatia né con equità, poiché egli divenne l’odiato nemico della mia
giovinezza, l’uomo che rappresentava tutto ciò che io detestavo.
Probabilmente non gli importava molto di me, ma per la famiglia era
l’emblema del successo, e successo voleva dire denaro. A Manchester lo
vedevo poco, era molto spesso in viaggio per affari ma proprio per
questo si faceva un gran parlare di lui. In Inghilterra si era
ambientato bene e nel mondo commerciale godeva di grande rispetto. I
membri della famiglia che lo avevano seguito, ma non solo questo,
ammiravano il suo inglese, che era perfetto. Miss Lancashire qualche
volta lo citava a scuola dicendo: “Mr Arditti è un gentleman”.
Probabilmente voleva dire che era benestante e che il suo comportamento
non aveva nulla di straniero. Abitava in una grande casa, molto più
spaziosa e più alta della nostra, e poiché la sua casa, contrariamente a
tutte quelle del quartiere, ch’erano di colore rossiccio, era bianca e
splendente, e forse anche per il nome della strada, a me pareva un
palazzo. Quanto a lui, benché non ne avesse affatto l’aspetto, cominciai
molto presto a considerarlo un orco. Mr Arditti di qua, Mr Arditti di
là, persino la nostra governante contraeva il volto in una smorfia di
riverenza quando lo nominava, i divieti più gravi si facevano risalire a
lui e quando vennero scoperti i miei discorsi con i personaggi della
tappezzeria ed io, richiamando mia mio padre che mi permetteva molte
cose, cercai di difenderli, si cominciò a dire che Mr Arditti lo sarebbe
venuto a sapere e questo avrebbe avuto conseguenze terrificanti. Non
appena fu fatto il suo nome, cedetti immediatamente e promisi di rompere
i miei rapporti con i personaggi della tappezzeria. Era la massima
autorità fra gli adulti che avevo intorno.
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