Vittoria Titomanlio
Vittoria Titomanlio
nasce a Barletta, in provincia di Bari, il 22 aprile 1899. Maestra elementare, fin da giovane entra nel mondo dell’associazionismo cattolico: fa infatti parte del consiglio diocesano di Napoli, nel 1928 entra nella Gioventù femminile dell'Azione cattolica e nel 1932 è nominata propagandista nazionale, carica che la porta a girare l'Italia per tenere corsi e relazioni. Prima di entrare in politica si prodiga per la formazione e l’assistenza ai lavoratori, temi a cui si dedica con passione e con forte spirito di sacrificio. Queste attività dall’impronta sociale, culturale e ricreative legate all'Azione Cattolica iniziano a essere ostacolate dal fascismo: nel maggio 1931 le sedi dei circoli cattolici sono chiuse. Nonostante ciò la Titomanlio continua la sua attività, divenendo consigliere nazionale dell'Associazione italiana maestri cattolici e segretaria provinciale delle ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani), delegata nazionale del Movimento femminile per l'artigianato italiano e membro del comitato consultivo ministeriale per l'artigianato e le piccole industrie. Entra infine a far parte del Consiglio nazionale del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana e, nel 1947, del Comitato centrale del Movimento diretto da Maria De Unterrichter Jervolino. Si ritroveranno, come deputate, tra i banchi dell’Assemblea Costituente dopo le elezioni de 2 giugno 1946: la Tiomanlio, nella lista della Democrazia Cristiana, aveva ottenuto 20.861 voti.
nasce a Barletta, in provincia di Bari, il 22 aprile 1899. Maestra elementare, fin da giovane entra nel mondo dell’associazionismo cattolico: fa infatti parte del consiglio diocesano di Napoli, nel 1928 entra nella Gioventù femminile dell'Azione cattolica e nel 1932 è nominata propagandista nazionale, carica che la porta a girare l'Italia per tenere corsi e relazioni. Prima di entrare in politica si prodiga per la formazione e l’assistenza ai lavoratori, temi a cui si dedica con passione e con forte spirito di sacrificio. Queste attività dall’impronta sociale, culturale e ricreative legate all'Azione Cattolica iniziano a essere ostacolate dal fascismo: nel maggio 1931 le sedi dei circoli cattolici sono chiuse. Nonostante ciò la Titomanlio continua la sua attività, divenendo consigliere nazionale dell'Associazione italiana maestri cattolici e segretaria provinciale delle ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani), delegata nazionale del Movimento femminile per l'artigianato italiano e membro del comitato consultivo ministeriale per l'artigianato e le piccole industrie. Entra infine a far parte del Consiglio nazionale del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana e, nel 1947, del Comitato centrale del Movimento diretto da Maria De Unterrichter Jervolino. Si ritroveranno, come deputate, tra i banchi dell’Assemblea Costituente dopo le elezioni de 2 giugno 1946: la Tiomanlio, nella lista della Democrazia Cristiana, aveva ottenuto 20.861 voti.
Il 2 giugno 1946 è eletta all'Assemblea Costituente
nella lista della Democrazia Cristiana con 20.861 voti: è l'inizio di
una lunga carriera politica che la vedrà membro attivo del Parlamento
per quattro legislature dal 1948 al 1968. Memorabile è l’intervento in
Aula, nel pieno della Costituente, tenuto il 4 giugno 1947 durante la
discussione sul Titolo V del progetto di Costituzione: in questa
occasione la Titomanlio difende l'autonomia regionale e ne sostiene i
vantaggi, nella garanzia e nel rispetto delle singole tradizioni ed
esigenze, come espressione di libertà e democrazia.
In
questi giorni è stato lungamente discusso di autonomia e di unità
nazionale, come se l'autonomia dovesse distruggere l'unità nazionale.
Comprendiamo benissimo — anche perché lo hanno dimostrato tanti
onorevoli colleghi — che l'autonomia può esistere, rispettando l'unità
nazionale. Anzi, l'autonomia è una conseguenza della libertà e della
democrazia.
(dal discorso pronunciato in Aula il 4 giugno 1947)
Nella II legislatura fa parte della Commissione parlamentare consultiva
per le norme relative all'assicurazione obbligatoria degli artigiani
contro le malattie e alla Commissione parlamentare consultiva sulla
disciplina giuridica delle imprese artigiane, mentre nella III
legislatura è membro della Commissione speciale incaricata di esaminare i
disegni di legge e le proposte di provvedimenti straordinari per il
Comune di Napoli. Si è distinta anche per il suo proficuo impegno nella
società civile che le ha permesso di ricoprire l'incarico di Presidente
in varie istituzioni e di dirigente in vari Enti come l'ACAI
(Associazione Cristiana Artigiani Italiani) e l'INIASA (Istituto
Nazionale per l'Istruzione e l'Addestramento nel Settore Artigiano).
Muore il 28 dicembre 1988 a Napoli.
fonte ilviggiodellacostituzione
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