Rita Rosani - Partigiana combattente. Medaglia d'Oro al Valor Militare della Resistenza
Rita Rosani - Partigiana combattente
1920 Trieste.
Perseguitata politica, entrava a far parte di una banda armata partigiana vivendo la dura vita di combattente. Fu compagna, sorella, animatrice di indomito valore e di ardente fede. Mai arretrò innanzi al sicuro pericolo ed alle sofferenze della rude esistenza, pur di portare a compimento le delicate e rischiosissime missioni a lei affidate. Circondata la sua banda da preponderanti forze nazifasciste, impugnava le armi e, ultima a ritirarsi, combatteva strenuamente finché cadeva da valorosa sul campo, immolando alla Patria la sua giovane ed eroica esistenza.
Monte Comune, 17 settembre 1944.
Di origine cecoslovacca, insegnante nella scuola elementare ebraica a Trieste, per sfuggire alle persecuzioni razziali, fu costretta ad abbandonare la città dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Rifugiatasi a Portogruaro, partecipò attivamente alla lotta clandestina di Resistenza, quindi, nel febbraio 1944, si portò a Verona dove costituì, insieme a pochi altri, la formazione “Aquila” della Brig. “Pasubio”. Combatté in Valpolicella e nella zona di Zevio fino al giorno del suo cosciente sacrificio. Per il suo virile comportamento fu assunta dalla comunità ebraica quale simbolo della virtù e della forza d’animo del popolo d’Israele.
1920 Trieste.
Perseguitata politica, entrava a far parte di una banda armata partigiana vivendo la dura vita di combattente. Fu compagna, sorella, animatrice di indomito valore e di ardente fede. Mai arretrò innanzi al sicuro pericolo ed alle sofferenze della rude esistenza, pur di portare a compimento le delicate e rischiosissime missioni a lei affidate. Circondata la sua banda da preponderanti forze nazifasciste, impugnava le armi e, ultima a ritirarsi, combatteva strenuamente finché cadeva da valorosa sul campo, immolando alla Patria la sua giovane ed eroica esistenza.
Monte Comune, 17 settembre 1944.
Di origine cecoslovacca, insegnante nella scuola elementare ebraica a Trieste, per sfuggire alle persecuzioni razziali, fu costretta ad abbandonare la città dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Rifugiatasi a Portogruaro, partecipò attivamente alla lotta clandestina di Resistenza, quindi, nel febbraio 1944, si portò a Verona dove costituì, insieme a pochi altri, la formazione “Aquila” della Brig. “Pasubio”. Combatté in Valpolicella e nella zona di Zevio fino al giorno del suo cosciente sacrificio. Per il suo virile comportamento fu assunta dalla comunità ebraica quale simbolo della virtù e della forza d’animo del popolo d’Israele.
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