Laura
Bianchini
Laura
Bianchini
nasce nel 1903 a Castenedolo, in provincia di Brescia. Dopo
molti sacrifici si laurea in filosofia all'Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano. Durante il suo percorso universitario acquisisce
una sensibilità filosofica che non l’abbandonerà mai: entra quindi a far
parte della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e del
Movimento Laureati, due circoli universitari
che aprono alla discussione culturale e religiosa. A Brescia è inoltre
presidente della sezione diocesana della Fuci che, a partire dal 1925, è
coordinata a livello nazionale da Igino Righetti e da monsignor
Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI, e nella sezione
femminile da Maria de Unterrichter, una delle 21 donne costituenti.
Dopo essersi laureata si dedica all’insegnamento a Brescia prima come maestra elementare poi, presso il Liceo Ginnasio Arnaldo, come docente di storia e filosofia: infine diviene preside presso l‘Istituto Magistrale della città. La sua passione per le tematiche educative la porta a collaborare con la casa editrice cattolica “La Scuola” per la quale scrive e cura le edizioni di diversi libri scolastici. Laura Bianchini scrive inoltre su varie riviste italiane nel campo pedagogico e didattico e compone anche alcuni saggi di argomento religioso.
Durante il fascismo matura in lei la convinzione che i giovani debbano essere educati alla sensibilità sociale e alla responsabilità civile: il compito di educatori spetta alla famiglia ma anche alla scuola, in cui il senso sociale “non deve essere una materia da insegnare, ma uno ‘spirito’ che deve soffiare su tutte le materie scolastiche”.
Laura Bianchini ospita a casa sua le prime riunioni del CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, e allestisce una tipografia clandestina del giornale "Brescia Libera". Per questo viene ritenuta sospetta dalla questura e costretta a scappare a Milano in un convento. In qualità di giornalista pubblicista, nel 1944 diventa redattrice della testata “Il Ribelle”. A Milano si occupa inoltre dell’organizzazione dei soccorsi ai detenuti politici di S. Vittore, dirige l’ufficio di assistenza alle famiglie dei patrioti caduti e si dedica al soccorso di perseguitati politici ed ebrei, che aiuta a fuggire in Svizzera rischiando spesso la propria vita. Infine diventa staffetta partigiana agli ordini di Enrico Mattei.
Nel 1946 è eletta membro della Costituente nel collegio di Brescia e di Bergamo, nelle fila dei cristiani sociali della DC guidati da Giuseppe Dossetti. Con Dossetti è uno dei membri della cosiddetta “comunità del porcellino”, un cenacolo di intellettuali e politici che negli anni della Costituente si ritrovavano per discutere di politica e della Costituzione sul punto di nascere. Come membro dell’Assemblea, Laura Bianchini si occupa dei problemi dell’istruzione e del mondo femminile e i suoi interventi riguardano soprattutto la politica scolastica e, in particolare, la difesa della scuola privata in nome del pluralismo sociale.
Nel 1948 viene eletta al Parlamento italiano come deputato della Democrazia Cristiana e nello stesso anno diviene membro della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla. Inoltre è membro della Commissione Istruzione e Belle Arti. Dopo la sconfitta della Democrazia Cristiana alle elezioni del 1953, Laura Bianchini non è più candidata alla Camera dalla DC bresciana a causa, sembra, di giochi di potere interni. Torna quindi alla sua prima vocazione, l’insegnamento, presso il Liceo Classico Virgilio di Roma in qualità di professoressa di storia e filosofia fino al 1983, anno della sua scomparsa.
fonte ilviaggiodellacostituzione .it
Dopo essersi laureata si dedica all’insegnamento a Brescia prima come maestra elementare poi, presso il Liceo Ginnasio Arnaldo, come docente di storia e filosofia: infine diviene preside presso l‘Istituto Magistrale della città. La sua passione per le tematiche educative la porta a collaborare con la casa editrice cattolica “La Scuola” per la quale scrive e cura le edizioni di diversi libri scolastici. Laura Bianchini scrive inoltre su varie riviste italiane nel campo pedagogico e didattico e compone anche alcuni saggi di argomento religioso.
Durante il fascismo matura in lei la convinzione che i giovani debbano essere educati alla sensibilità sociale e alla responsabilità civile: il compito di educatori spetta alla famiglia ma anche alla scuola, in cui il senso sociale “non deve essere una materia da insegnare, ma uno ‘spirito’ che deve soffiare su tutte le materie scolastiche”.
Laura Bianchini ospita a casa sua le prime riunioni del CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, e allestisce una tipografia clandestina del giornale "Brescia Libera". Per questo viene ritenuta sospetta dalla questura e costretta a scappare a Milano in un convento. In qualità di giornalista pubblicista, nel 1944 diventa redattrice della testata “Il Ribelle”. A Milano si occupa inoltre dell’organizzazione dei soccorsi ai detenuti politici di S. Vittore, dirige l’ufficio di assistenza alle famiglie dei patrioti caduti e si dedica al soccorso di perseguitati politici ed ebrei, che aiuta a fuggire in Svizzera rischiando spesso la propria vita. Infine diventa staffetta partigiana agli ordini di Enrico Mattei.
Nel 1946 è eletta membro della Costituente nel collegio di Brescia e di Bergamo, nelle fila dei cristiani sociali della DC guidati da Giuseppe Dossetti. Con Dossetti è uno dei membri della cosiddetta “comunità del porcellino”, un cenacolo di intellettuali e politici che negli anni della Costituente si ritrovavano per discutere di politica e della Costituzione sul punto di nascere. Come membro dell’Assemblea, Laura Bianchini si occupa dei problemi dell’istruzione e del mondo femminile e i suoi interventi riguardano soprattutto la politica scolastica e, in particolare, la difesa della scuola privata in nome del pluralismo sociale.
Nel 1948 viene eletta al Parlamento italiano come deputato della Democrazia Cristiana e nello stesso anno diviene membro della Commissione Parlamentare di inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla. Inoltre è membro della Commissione Istruzione e Belle Arti. Dopo la sconfitta della Democrazia Cristiana alle elezioni del 1953, Laura Bianchini non è più candidata alla Camera dalla DC bresciana a causa, sembra, di giochi di potere interni. Torna quindi alla sua prima vocazione, l’insegnamento, presso il Liceo Classico Virgilio di Roma in qualità di professoressa di storia e filosofia fino al 1983, anno della sua scomparsa.
fonte ilviaggiodellacostituzione
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