31 maggio 2020

Potenza d'amore - Sibilla Aleramo


Morte di Meleagro (pannello frontale di un sarcofago). Marmo. Opera romana 160
Potenza d'amore - Sibilla Aleramo

Potenza in me d'amore
nelle stagioni esercitata strenua
riemerge talora nella memoria un autunno remoto

che raggiunto invero il tuo segno credetti

credetti esistesse veramente
quegli che tutta m'accogliesse
in alti uragani di gioia

poggiava grande la fronte sul mio petto
le sue dure storie mi narrava
le mie tante fremendo ascoltava

navigavamo sur un lago fra i monti
e caro sarebbe stato profondare avvinti
fra quelle cime riverse in lor cheto sonno

ma in cuore un'altr'acqua tremava
là ove Aretusa giace
verde nell'isola giusta dei miti
l'isola ch'era la sua
e insieme mai vi andammo

oh potenza in me d'amore
raggiunto non era il tuo segno
neppur quella volta né con altri dopo mai

ma in me tuttavia tu non perivi
ingigantivi anzi più sempre

sinché bianco il capo e bianco il volto
vanito il color oro e quel delle rose
ora so alfine a che eri rivolta
tu potenza in me d'amore

alla intera gente umana rivolta eri
per i dolori per gli errori suoi

immenso stuolo sotto l'immensa volta di stelle
umana gente che sì di rado conosce gioie
sfiora laghi con lor cime riverse in cheto sonno

assentisce alla Terra con alta passione
poi taluno ricade e solitario dispera
taluno invece sua fede mai non smentisce
in un domani giusto del mondo

domani senza mai più eccidi
mai più guerra né odio né fame
né fame di pane né fame di dominio

oh giusto e fraterno mondo
oh potenza in me d'amore
ora so alfine a che eri rivolta


1946

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