Morte di Meleagro (pannello frontale di un sarcofago). Marmo. Opera romana 160
Potenza d'amore - Sibilla Aleramo
Potenza in me d'amore
nelle stagioni esercitata strenua
riemerge talora nella memoria un autunno remoto
che raggiunto invero il tuo segno credetti
credetti esistesse veramente
quegli che tutta m'accogliesse
in alti uragani di gioia
poggiava grande la fronte sul mio petto
le sue dure storie mi narrava
le mie tante fremendo ascoltava
navigavamo sur un lago fra i monti
e caro sarebbe stato profondare avvinti
fra quelle cime riverse in lor cheto sonno
ma in cuore un'altr'acqua tremava
là ove Aretusa giace
verde nell'isola giusta dei miti
l'isola ch'era la sua
e insieme mai vi andammo
oh potenza in me d'amore
raggiunto non era il tuo segno
neppur quella volta né con altri dopo mai
ma in me tuttavia tu non perivi
ingigantivi anzi più sempre
sinché bianco il capo e bianco il volto
vanito il color oro e quel delle rose
ora so alfine a che eri rivolta
tu potenza in me d'amore
alla intera gente umana rivolta eri
per i dolori per gli errori suoi
immenso stuolo sotto l'immensa volta di stelle
umana gente che sì di rado conosce gioie
sfiora laghi con lor cime riverse in cheto sonno
assentisce alla Terra con alta passione
poi taluno ricade e solitario dispera
taluno invece sua fede mai non smentisce
in un domani giusto del mondo
domani senza mai più eccidi
mai più guerra né odio né fame
né fame di pane né fame di dominio
oh giusto e fraterno mondo
oh potenza in me d'amore
ora so alfine a che eri rivolta
1946
Potenza in me d'amore
nelle stagioni esercitata strenua
riemerge talora nella memoria un autunno remoto
che raggiunto invero il tuo segno credetti
credetti esistesse veramente
quegli che tutta m'accogliesse
in alti uragani di gioia
poggiava grande la fronte sul mio petto
le sue dure storie mi narrava
le mie tante fremendo ascoltava
navigavamo sur un lago fra i monti
e caro sarebbe stato profondare avvinti
fra quelle cime riverse in lor cheto sonno
ma in cuore un'altr'acqua tremava
là ove Aretusa giace
verde nell'isola giusta dei miti
l'isola ch'era la sua
e insieme mai vi andammo
oh potenza in me d'amore
raggiunto non era il tuo segno
neppur quella volta né con altri dopo mai
ma in me tuttavia tu non perivi
ingigantivi anzi più sempre
sinché bianco il capo e bianco il volto
vanito il color oro e quel delle rose
ora so alfine a che eri rivolta
tu potenza in me d'amore
alla intera gente umana rivolta eri
per i dolori per gli errori suoi
immenso stuolo sotto l'immensa volta di stelle
umana gente che sì di rado conosce gioie
sfiora laghi con lor cime riverse in cheto sonno
assentisce alla Terra con alta passione
poi taluno ricade e solitario dispera
taluno invece sua fede mai non smentisce
in un domani giusto del mondo
domani senza mai più eccidi
mai più guerra né odio né fame
né fame di pane né fame di dominio
oh giusto e fraterno mondo
oh potenza in me d'amore
ora so alfine a che eri rivolta
1946
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