Pierre Jules Cavelier - Penelope addormentata, 1849, Marmo, Cm 147 x 805 x 128, Musée d'Orsay, Paris
Penelope – Enzo MontanoDieci anni di guerra…
il genio truffaldino del mio scaltro marito li chiuse:
partenza finta, cavallo, Laocoonte e Cassandra zittiti,
i troiani ci cascano.
Festa vino e baldorie per tutta la notte
le navi ritornano e le porte si aprono:
Ilio è caduta!
Tutti a casa.
Persino Elena di nuovo con Menelao,
non si può credere, ritorna anche lei.
Gli achei han deposto le armi,
lui ancora in giro intorno a sé stesso
e Telemaco in cerca di nuove da chi è ritornato.
Parla con tutti e tutti l’hanno visto
con i suoi compagni partire per Itaca.
Mio figlio adesso è un uomo
i proci sono sempre per casa
e lui, più curioso di una comare,
(il più indiscreto dell’intero modo)
va per i mari dalle alte onde, dalle molte isole.
In ogni angolo del Mediterraneo è avvistato il suo legno,
di Nessuno l’azzurro riflette l’astuzia, l’ostinazione, l’ego
e il bianco delle nuvole e delle sue vele.
le onde di Poseidone lo restituiscono in riflessi
ormai perso nei labirinti di un insopportabile orgoglio.
In ogni luogo si ferma
e ovunque segna il passaggio
marca limiti irreali concedendo vite
lo sa Polifemo,
lo sa l’abbagliante Calipso,
lo sa la magica Circe
nell’isola profumata di mirto e di menta.
Litiga con tutti, mai sceso a patti,
spaccia menzogne per saggezza e continua il suo giro.
E lo sanno i Lotofagi Eolo Ermes con i fiori
poi ancora scende nell’Ade,
lo sa la madre passata ad altra vita,
lo sanno i Lestrigoni Scilla Cariddi
il dio sole le vacche,
lo sanno i compagni,
sfilati ad uno ad uno come granelli.
Il grande Ulisse adesso è solo!
Spinto dal desiderio di tornare nella sua terra?
Così dice Omero.
E gli dei gli dei gli dei… gli dei…
Gli dei lo condussero da Nausicaa,
la giovane Nausicaa la tenera Nausicaa,
l’affascinante fanciulla
più bella del sogno di un milione notti
poi ancora mille e cento altre ancora,
principessa di cieli stellati.
E adesso era lì sulla spiaggia:
più dolce del melograno e più rosso e succoso…
…e quel profumo di menta sempre insistente
pungente irresistibilmente invitante…
Verrà: finalmente!
Verrà, bontà sua!
Me lo restituiranno i Feaci
un aedo gli avrà raccontato la sua storia
illustrato flashback del suo diguazzare nei mari,
tra le isole di Circe e Calipso
e finalmente dissetato dall’ego infinito
toccherà la sua isola.
E sono vent’anni.
Ripeto.
Venti anni!
Giovane donna poi anziana e adesso stanca
derubata di orpelli lucenti e la bellezza svanita.
I frutti della mia giovinezza?
Ah, quante falci di lune si interrogavano
sul destino dell’anatra austera
sulla sua bianca pelle la profondità degli occhi neri e profondi
in quelle notti infinite di punto maglia punto antico
tombolo catenelle poi daccapo.
Interminabili!
Dal tramonto fino all’alba lontana
fino alle mani doloranti, alla mente svuotata.
E ancora… e ancora!
Ogni giorno come quello di ieri.
Folle di sogni di desideri
e laghi di lacrime nel letto sull’albero.
Ma il tempo non passa mai invano!
Lui non tornava nell’ardore dalle ali spiegate.
Lui andava a girovagare per mare,
a litigare con gli dei.
Il corpo gridava sempre più forte alla luna
e le notti divennero passioni intessute con le tentazioni.
Lui ordiva gli inganni
io la tela che tutti immaginano di fili.
Il suo ulivo il talamo dei miei tanti amori,
la menta e il suo conturbante profumo
insistente pervadeva ogni notte e anche me:
chi può ragionevolmente pensare che i proci
potessero bersi la tela?
Quella coperta ha celato millenni di apparenti virtù:
questo il suo compito,
lo fa ancora bene!
E infine è arrivato: vendette stragi e negate realtà,
ancelle fedeli trattate come puttane, dubbi sulla mia fedeltà.
Dubbi?
Quanto è vile chi truffa sé steso!
I brevi giorni della sua compagnia provvisoria
con la certezza del suo nuovo viaggio.
Un po’ di vigna, l’argento delle foglie di ulivo ed il sole,
l’eco delle sirene arriva e, come previsto, rompe l’incanto
e…
via verso altre Colonne: lui è Odisseo.
Ed è ripartito.
Ora son qui, vera regina, senza più proci nella mia casa,
senza attese né false promesse
sono Penelope di Itaca
nessuno imprigionerà la mia anima.
Proprietà Letteraria riservata
© by apollo Edizioni di Antonietta Meringola
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