Grant Wood - The Birthplace of Herbert Hoover
Sogni
- Wislawa
Szymborska
A dispetto
della scienza e degli insegnamenti dei geologi,
infischiandosene
dei loro magneti, grafici e mappe –
il sogno in un
attimo
ci accumula
davanti montagne così pietrose
quasi si
ergessero nella veglia.
E giacché le
montagne, allora anche valli, pianure,
infrastrutture
incluse.
Senza
ingegneri, capomastri, operai,
scavatrici,
bulldozer, materiali edili –
autostrade
impetuose, ponti improvvisi,
città
istantanee densamente popolate.
Senza registi
con megafono, senza operatori –
folle che sanno
bene quando spaventarci
e in che
momento svanire.
Senza
architetti esperti,
senza
carpentieri, betonisti, muratori –
sul sentiero, a
un tratto, una casetta come un giocattolo,
e dentro sale
enormi con l’eco dei nostri passi
e le pareti
fatte d’aria dura.
Non solo
slancio, ma anche precisione –
un singolo
orologio, una mosca intera,
sul tavolo una
tovaglia ricamata a fiori,
una piccola
mela con i segni dei denti.
E noi – non
possono farlo i giocolieri,
i maghi, i
taumaturghi e gli ipnotizzatori –
implumi
riusciamo a volare,
nei tunnel bui
ci fanno luce gli occhi,
parliamo con
scioltezza in una lingua ignota
e non con
chicchessia, ma con i morti.
E per giunta, a
dispetto della nostra libertà,
di scelte del
cuore e inclinazioni,
ci perdiamo
nel desiderio
d’amore per –
prima che suoni
la sveglia.
Cosa ne dicono
gli autori di libri dei sogni,
gli studiosi di
simboli onirici e presagi,
i medici con i
lettini della psicoanalisi –
se qualcosa gli
torna,
è solo per caso
e per il solo
motivo
che nelle
nostre visioni,
nelle loro
ombre e illuminazioni,
profusioni,
incerte previsioni,
svogliatezze e
propagazioni,
a volte può
capitare
anche un senso afferrabile.
da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie
(1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore
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