A Sparta – Costantino Kavafis
Non sapeva, Cleòmene, non aveva coraggio –
non sapeva, un discorso simile, come farlo
alla madre: a suggello dell’accordo
Tolemeo richiedeva ch’ella fosse inviata
in Egitto, e tenuta sotto custodia: clausola
troppo umiliante, indegna.
E sempre, come andava per dirglielo, esitava.
E sempre cominciava a parlare e si fermava.
Ma quella eletta donna lo capì
(qualche voce era giunta fino a lei),
e gli fece coraggio, perché dicesse tutto.
E rise. E disse che sì, andava, certamente.
Anzi, si rallegrava di potere
essere ancora utile, nella vecchiezza, a Sparta.
Quanto all’umiliazione – che importava?
Che poteva capire, della mentalità
di Sparta, quel sovrano Làgide nato ieri?
La richiesta, perciò, non umiliava
una Sovrana Augusta
com’era lei, d’un re di Sparta madre.
Trad. Filippomaria Pontani
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