Apollonio di Giovanni, Maometto II conquista Trebisonda
Giovanni Cantacuzeno prevale – Costantino KavafisMira i campi che sono ancora suoi,
con gli animali, nil grano, gli alberi da frutto.
E, più lontano, la sua casa avita,
d’argenterie, di mobili, di vesti ben fornita.
Tutto – Cristo Gesù! – gli prenderanno tutto.
Forse Cantacuzeno avrà pietà
se gli si getta ai piedi? È clemente – si dice –
clemente assai. Ma gli altri? l'armata? O non sarà
meglio prostrarsi, in lacrime, alla regina Irene?
Che stupido! Invischiarsi nel partito di Anna.
Oh, non l’avesse mai sposata, almeno,
Andronico! S’è mai visto un poco di bene
dal suo contegno senza cuore né virtù?
Ora, persino i Franchi non la stimano più.
Buffi piani, apparati stolti. Dalla metropoli
mettevano paura a tutti i popoli.
Cantacuzeno intanto li annientò, li annientò messer Gianni.
E pensare che lui proprio con messer Gianni
voleva andare. Adesso avrebbe rinsaldato
il potere, sarebbe un uomo fortunato.
Sennonché il vescovo forzò, all’ultimo momento,
col prestigio dell’abito, il suo convincimento,
e con quelle notizie da cima a fondo errate
e con tante promesse e baggianate.
Trad. Filippo Maria Pontani
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