8 giugno 2017

Microcosmo - Wislawa Szymborska

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Microcosmo - Wislawa Szymborska

Quando si cominciò a usare il microscopio,
il terrore si fece sentire e continua ancora.
La vita prima era abbastanza folle
nelle sue forme e dimensioni.
Produceva dunque anche esseri piccini,
moscerini, vermetti,
ma almeno li si vedeva
a occhio nudo.
Ed ecco, all’improvviso, sotto il vetrino,
diversi fino all’esagerazione
e già così esigui
che quanto occupano con se stessi nello spazio
solo per pietà si può chiamare posto.
Il vetrino non li comprime affatto,
senza ostacoli si duplicano e triplicano sotto
in completa scioltezza e alla rinfusa.
Dire che ce n’è molti – è dire poco,
quanto più potente è il microscopio,
tanto più con zelo e precisione sono multipli.
Non hanno neanche visceri decenti.
Non sanno cosa siano sesso, infanzia, vecchiaia.
Forse non sanno neanche se esistono – o no.
Eppure decidono della nostra vita e morte.
Alcuni si irrigidiscono nell’immobilità d’un attimo,
benché non si sappia cosa sia per loro l’attimo.
Essendo così minuti
forse anche il durare per loro
è adeguatamente sminuzzato.
Un granello portato dal vento al confronto è
una meteora che viene dagli abissi del cosmo,
e l’impronta digitale – un vasto labirinto
dove potersi radunare
per le loro sorde parate,
le loro cieche iliadi e upaniṣad.
È già tanto che volevo scriverne,
ma l’argomento è difficile,
rinviato a dopo di continuo
e, credo, degno d’un miglior poeta,
più di me stupito del mondo.
Ma il tempo incalza. Scrivo.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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