Priamo
(…)
Quando arrivarono al
fiume si fermarono, per far bere le bestie. E fu lì che videro quell'uomo
avvicinarsi, sbucato dal nulla, dal buio. "Scappiamo, mio re", disse
subito Ideo, impaurito. "Scappiamo o quello ci ucciderà." Ma io non
riuscivo a muovermi, ero impietrito dalla paura, vedevo quell'uomo avvicinarsi
sempre di più, e non riuscivo a far nulla. Venne verso di me, proprio verso di
me, e mi porse la mano. Aveva l'aspetto di un principe, giovane e bello.
"Dove stai andando, vecchio padre?", disse. "Non temi il furore
degli Achei, tuoi mortali nemici? Se qualcuno di loro ti vede mentre trasporti
tanti tesori, che cosa farai? Non siete più giovani, voi due, come potrete difendervi
se qualcuno vi assale? Lasciate che vi difenda io, non voglio farvi del male:
tu mi ricordi mio padre." Sembrava che un dio lo avesse messo sulla nostra
strada. Credeva che fossimo scappati da Ilio, che la città fosse in preda al terrore,
e noi due ce ne fossimo scappati con tutte le ricchezze che eravamo riusciti a
prendere con noi. Sapeva della morte di Ettore, e pensava che i Troiani si
fossero dati alla fuga. E quando parlò di Ettore, disse: non era inferiore a
nessuno degli Achei, in battaglia. "Ah, giovane principe, ma chi sei tu,
che parli così di Ettore?" E lui disse che era un Mirmidone, che era
venuto in guerra seguendo Achille e adesso era uno dei suoi scudieri. Disse che
lui Ettore l'aveva visto mille volte combattere, e se lo ricordava quando aveva
attaccato le navi. E disse che veniva dall'accampamento degli Achei, dove tutti
i guerrieri stavano aspettando l'aurora per attaccare nuovamente Troia.
"Ma se vieni da lì, allora l'avrai visto, Ettore, dimmi la verità, è ancora
nella tenda di Achille o lo hanno già buttato in pasto ai cani?" "né
cani né uccelli l'hanno divorato, vecchio", rispose. "Puoi non
crederci, ma il suo corpo è rimasto intatto. Dodici giorni sono passati dalla
sua uccisione, eppure sembra appena morto. Ogni giorno, all'alba, Achille lo
trascina senza pietà intorno alla tomba di Patroclo, per oltraggiarlo, e ogni
giorno il corpo resta intatto, le ferite si chiudono, il sangue sparisce.
Qualche dio veglia su di lui, vecchio: anche se è morto, qualche dio lo
ama." Ah, ascoltavo quelle parole con una gioia nel cuore... Gli offrii quella
coppa, la coppa che avevo preso per Achille, gliela offrii e gli chiesi se in cambio
riusciva a farci entrare nell'accampamento acheo. "Vecchio, non mettermi alla
prova", disse. "Non posso accettare doni da te all'insaputa di
Achille. Chi ruba qualcosa a quell'uomo va incontro a grandi disgrazie. Ma
senza compenso, io ti guiderò da lui. E vedrai che, con me, nessuno oserà
fermarti." così disse, e salì sul carro, prendendo le redini e spronando i
cavalli. E quando arrivò al fossato, e al muro, nulla gli dissero le
sentinelle, passò attraverso le porte aperte, e veloce ci guidò fino alla tenda
di Achille. Era maestosa, sorretta da tronchi di abete e circondata da un
grande cortile. La porta, enorme, era di legno. Quell'uomo la aprì, e mi disse
di entrare. "Non è bene che Achille mi veda, vecchio. Ma tu non tremare, va'
e inginocchiati davanti a lui. Possa tu commuovere il suo duro cuore."
Allora il vecchio re entrò. Lasciò Ideo a sorvegliare i carri. Ed entrò nella
tenda di Achille.
(…)
Nessun commento:
Posta un commento