Domenico Gnoli, Hair partition, 1968, Acrylic and sand on canvas, The Ludwig Museum at the Russian Museum, Saint Petersburg
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un impiegato, (1953) – Italo Calvino
(…)
- Buongiorno,
signore, s'accomodi, signore, - disse il barbiere in un falsetto professionale
che a Enrico Gnei suonò come una strizzatina d'occhio.
- Mah, mah!
Facciamoci la barba! - rispose con scettica condiscendenza, guardandosi nella
specchiera. Il suo viso, con l'asciugamano annodato al collo, appariva come un
oggetto a sé stante, e qualche segno di stanchezza, non più corretto dal
portamento generale della persona, vi prendeva rilievo; ma era pur sempre un
viso affatto normale, come quello d'un viaggiatore sbarcato dal treno all'alba,
o d'un giocatore che ha passato la notte sulle carte; non fosse stata, a
distinguere la particolare natura della sua fatica, una cert'aria - osservò
compiaciuto il Gnei - rilassata e indulgente, d'uomo che la sua parte ormai
l'ha avuta, ed è pronto al peggio come al meglio.
«A ben altre carezze,
- parevano dire le guance di Gnei al pennello che le avvolgeva di calda
schiuma, - a ben altre carezze che non le tue siamo avvezzate!»
«Raschia, rasoio, -
pareva dire la sua pelle, - non raschierai quel che ho sentito e so!» Era, per
Gnei, come se una conversazione piena d'allusioni si svolgesse tra lui e il
barbiere, che invece stava zitto anche lui, manovrando con impegno i suoi
arnesi. Era un barbiere giovane, poco loquace più per difetto di fantasia che
per riserbatezza di carattere; tanto è vero che, volendo attaccar discorso,
disse: - Quest'anno, eh? Già bel tempo, eh? La primavera...
La battuta giunse al
Gnei nel bel mezzo della sua conversazione immaginaria, e la parola «primavera»
si caricò di significati e sottintesi. - Aaah! La primavera... - disse,
restando con un consapevole sorriso sulle labbra insaponate. E qui la
conversazione s'esaurì.
Ma Gnei sentiva il
bisogno di parlare, di esprimere, di comunicare. E il barbiere non diceva più
niente. Gnei fece due o tre volte per aprire bocca mentre quello sollevava il
rasoio, ma non trovava parole, e il rasoio tornava a posarglisi sopra il labbro
e il mento.
- Come dice? - fece
il barbiere, che aveva visto le labbra di Gnei muoversi senza che ne uscisse
suono.
E Gnei, con tutto il
suo calore: - Domenica, torna in squadra Boccadasse!
L'aveva quasi
gridato; gli altri clienti voltarono verso di lui le facce a mezzo insaponate;
il barbiere era rimasto col rasoio sospeso.
- Ah, lei tiene per
il ***? - disse, un po' mortificato, - sa, io sono della ***, - e nominò
l'altra
squadra cittadina.
- Oh, la ***,
domenica avete una partita facile, sicura... - ma il suo calore era già spento.
(…)
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