Fernando Botero - Woman, The Sidewalk 2003, oil on canvas, 50 x 38 cm
da “Gli amori
difficili” – Italo Calvino
L'avventura di un bandito, (1949)
(…)
La sera, quando
l'ultima bottega è chiusa, va alla Degustazione e vuota un litro, brucia le
sigarette che gli restano, fintanto che non tirano giù le saracinesche. Esce,
sua moglie è ancora a far la ronda sul corso nella veste attillata, i piedi
gonfi nelle scarpe strette. Lilin spunta da uno spigolo, le fa un sommesso
fischio, qualche accenno di frase, per dirle che è ormai tardi, venga a letto.
Lei, senza guardarlo, sul gradino del marciapiede come su una ribalta, il seno
pressato nell'armatura d'elastico e fildiferro, il corpo da vecchia in quella
vestina da ragazza, con un nervoso muovere della borsetta tra le mani, un
disegnare cerchi coi tacchi sul selciato, un canticchiare improvviso, gli
risponde di no, che c'è gente che ancora passa, che lui vada via e aspetti. È
la corte che si fanno così, tutte le
notti.
- E allora, Gim? - fa
Armanda, strabuzzando gli occhi.
Lui ha già trovato
delle sigarette sul comò e accende.
- Ho bisogno di
passar la notte qui, stanotte.
E già si toglie la
giacca, si sfila la cravatta.
- Sì, Gim, vieni a
letto. Tu và sul sofà, Lilin, su, Lilin bello, togliti, lascia che si corichi
Gim. Lilin resta un po' lì come una pietra, poi si solleva, emettendo un
lamento senza parole articolate, scende dal letto, prende il suo cuscino, una
coperta, il tabacco dal comodino, le cartine, i fiammiferi, il portacenere. -
Và, Lilin bello, và -. Si avvia piccolo e curvo sotto quel carico verso il sofà
del corridoio.
Gim si spoglia
fumando, appende i suoi calzoni ben piegati, sistema la giacca su una sedia
vicino al capezzale, porta le sigarette dal cassettone al comodino, i
fiammiferi, un portacenere, entra in letto.
(…)
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