Maurits Cornelis Escher
da La Biblioteca
di Babele - Jorge Luis Borges(...)
Alla
speranza smodata, com'è naturale, successe un'eccessiva depressione. La certezza
che un qualche scaffale d'un qualche esagono celava libri preziosi, che questi libri
preziosi erano inaccessibili, parve quasi intollerabile. Una setta blasfema suggerì
che s'interrompessero le ricerche e che tutti gli uomini si dessero a mescolare
lettere e simboli, fino a costruire, per un improbabile dono del caso, questi
libri canonici. Le autorità si videro obbligate a promulgare ordinanze severe.
La setta sparì, ma nella mia fanciullezza ho visto vecchi uomini che lungamente
s'occultavano nelle latrine, con dischetti di metallo in un bossolo proibito, e
debolmente rimediavano al divino disordine.
Altri, per
contro, credettero che l'importante fosse di sbarazzarsi delle opere inutili. Invadevano
gli esagoni, esibivano credenziali non sempre false, sfogliavano stizzosamente
un volume e condannavano scaffali interi: al loro furore igienico, ascetico, si
deve l'insensata distruzione di milioni di libri. Il loro nome è esecrato, ma chi
si dispera per i « tesori » che la frenesia di coloro distrusse, trascura due
fatti evidenti. Primo: la Biblioteca è così enorme che ogni riduzione d'origine
umana risulta infinitesima. Secondo: ogni esemplare è unico, insostituibile, ma
(poiché la Biblioteca è totale) restano sempre varie centinaia di migliaia di
facsimili imperfetti, cioè di opere che non differiscono che per una lettera o per
una virgola. Contrariamente all'opinione generale, credo dunque che le
conseguenze delle depredazioni commesse dai Purificatori siano state esagerate
a causa dell'orrore che quei fanatici ispirarono. Li sospingeva l'idea
delirante di conquistare i libri dell'Esagono Cremisi: libri di formato minore
dei normali, onnipotenti, illustrati e magici.
(...)
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