Caspar David Friedrich - Der Morgen
Paese di nebbia - Ingeborg Bachmann
D’inverno sta la mia donna
tra gli animali del bosco.
Che all’alba io debbo tornare,
lo sa la volpe e ne ride.
Come tremano le nuvole! E cade
sul mio colletto di neve
friabile una lastra di ghiaccio.
D’inverno sta la mia donna
albero tra gli alberi, e invita
tra i suoi magnifici rami
cornacchie infelici. Sapendo
che il vento, alle luci dell’alba
solleva il suo vestito da sera
rigido e ricoperto di brina, cacciandomi a casa.
D’inverno sta la mia donna
tra i pesci e senza parole.
Schiavo delle acque,
agitate dalle sue pinne,
sto a riva e contemplo,
come vira e si tuffa
finché il ghiaccio mi allontana.
E ancora colpito dal grido di caccia
dell’uccello che distende le sue ali,
sopra di me, stramazzo
sul campo aperto: lei sfila le penne
al pollame e mi lancia una bianca
clavicola. L’appendo al collo,
allontanadomi tra piume amare.
Infedele è la mia donna,
lo so, talvolta si libra
alta sui tacchi in città,
bacia nei bar con la cannuccia
profondamente la bocca dei bicchieri
e trova parole per tutti.
Ma io non capisco questa lingua.
Paese
di nebbia ho veduto,
cuore di nebbia ho mangiato.
cuore di nebbia ho mangiato.
Traduzione di Luigi Reitani
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