Andrew Wyeth - Moon
da "La sonata al chiaro di luna" - Ghiannis Ritsos(...)
Questa casa è abitata dai fantasmi, mi scaccia –
voglio dire
ch’è invecchiata molto, i chiodi si staccano,
i quadri è
come se si tuffassero nel vuoto,
gli intonaci
cadono in silenzio
come il
cappello del morto cade dall'attaccapanni nel corridoio oscuro
come il
guanto di lana consunto del silenzio cade dalle sue ginocchia
come una
striscia di luna cade sulla vecchia poltrona sventrata.
Un tempo era
giovane anche lei, – non la foto che guardi con tanta diffidenza,
parlo della
poltrona, così riposante, potevi sedertici per ore
e a occhi
chiusi sognare a tuo piacere –
un arenile
umido e liscio, lucido per la luna,
più lucido
delle mie scarpe di coppale che ogni mese do al lustrascarpe qui all’angolo,
o della vela
di un pescatore che si perde sul fondo cullata dal suo stesso respiro,
una vela
triangolare come un fazzoletto piegato di traverso
come se non
avesse nulla da chiedere o da contenere
o da
salutare sventolando. Ho sempre avuto la mania dei fazzoletti,
non per
tenervi ripiegato qualcosa,
certi semi
di fiori o camomilla raccolti nei campi verso sera,
o farvi
quattro nodi, come il berretto degli operai del cantiere di fronte,
o per
asciugarmi gli occhi – ho conservato buona la vista;
non ho mai
portato gli occhiali. Una semplice stravaganza i fazzoletti.
(...)
traduzione di Nicola Crocetti
Nessun commento:
Posta un commento