opera di Pascal Chove
Nausicaa – Luis Alberto de CuencaIl mare di Omero ride per te,
che ti appoggi nuda al parapetto
in cerca d’aria fresca, con la coppa
di nettare in mano, mentre d’intorno
vanno e vengono gli ospiti alla festa
che hai dato nel palazzo di tuo padre.
L’aria pura inonda i tuoi polmoni
e il nettare ti sale alla testa.
Ed ecco arrivare alla terrazza
l’uomo della tua vita. Unisce in sé
nobilmente la forza e la sapienza.
Ulisse è il suo nome. Tu non ignori
che non si tratterrà. Già tante volte
sognasti il suon disprezzo… Tuttavia,
lo scintillare dei tuoi occhi insinua:
“Non mi sazio di vederti”. E le tue orecchie
reclamano: “Parlami, dammi parole
per vivere”. E con il sesso dici:
“Padrone, fai di me ciò che ti piace”.
Tutto è abbandono in te, dolce Nausicaa.
Ma lui è annoiato dalla festa,
perso dietro al ricordo della patria,
e non considera te, né quel tuo corpo
di dea crivellato di messaggi
che non arriveranno mai a destinazione.
trad. di Stefano Bernardinelli
da Poesia n. 317 – Luglio/Agosto 2016
Nessun commento:
Posta un commento