31 agosto 2014

Viaggio - Enzo Montano

Hendrick van Balen il Vecchio (1573 - 1632) e Jan Brueghel il Vecchio (1568 - 1625).  
Le nozze di Teti e di Peleo con Apollo e il concerto Muse o la Festa degli Dei - Olio su tela, 1618 circa. L'opera o conservata presso il Museo del Louvre.

Viaggio - Enzo Montano

Colonne d’avorio alla fine del un viale dorato,
sotto l’azzurro di un tardo autunno,
maestose custodiscono il varco  nell’ignoto infinito.
Violini cembali e liuti irradiano melodie dolci,
disegnano bellissime ninfe danzanti sulla riga dell’orizzonte,
inebriate di sogni e di vita
nei persistenti profumi di menta
e dei pini, del mare e basilico, la lavanda e l’alloro,

che in orchestra addensano l'aria.
Melograni more mirtilli ribes e fragole sono rossi ornamenti
al perenne banchetto illuminato da soffusi riverberi.
Una festa di addio con portate da sogno
come in un quadro di Bruegel il vecchio.
Canti di sirene invisibili accompagno coppe d’argento,
ricolme di nettare dolce, levate
in brindisi di allegria incontenuta.

Così lo scenario alla foce del fiume caparbio e pacifico
nel compimento della dissoluzione
nell'infinità dell'oceano.
Ogni cosa ha gli incerti contorni dei mondi fantastici,
effimero luogo costellato di momenti cercati vissuti,
qualche volta sofferti,
al tempo stesso divenuti passato immutabile;
episodi aleatori, cui ci ostiniamo a dare un logico senso,
incorruttibili e statici appena trascorsi, 

disciolti nella corrente del fiume di Eraclito
assieme ai Nondove Nonabbastanza o Fintroppo.
In quel nastro d’acqua fatto di ore
giornate esperienze saperi
ATTIMI,
spinti dalla corrente nell’inesorabile mare
e lì rivive e scompare
ogni ricordo, prezioso gioiello cesellato
con immaginata maestria,
incastonato nel muro del mio tempo immutabile;
scritto e certificato da un’intera esistenza
nell’altalena dei calendari,
che pure osservo per l’ultima volta
e una volta ancora gioisco.

Invitato al meraviglioso convivio, ascolto:
il vento porta i profumi della mia infanzia
mare oleandro mirto basilico rosmarino e menta
e tutti i colori delle mie primavere elementari.
Il cielo di azzurro cristallo col sole appeso,
il limpido blu dalle falci di luna e le stelle dell’orsa,
il ramarro dei mille verdi, il giallo delle ginestre
e tutto il rosso di gerani papaveri ed anemoni;
i giochi infantili oramai estinti avvolti dai raggi infuocati:
le cinque pietre la cavallina il nascondino
e cento altri ancora nella maestosità
di suoni profumi colori.
Ritornano i rumori delle mie prime estati 
nell’aria vibrante del canto delle cicale
unica voce nell’immobilità del silenzio.
Ecco la vita: una parentesi breve nell’immensità,
un cucchiaino di mare nell’oceano profondo,
un pulviscolo d’atmosfera volatile, un bianco soffione,
una danza perenne sulle verità relative
sul palcoscenico dell'eternità imperturbabile,
apparizione illusoria in un film di Fellini.
.... eppure un’intera esistenza che nell’appuntamento supremo,
quando la porta dalle colonne maestose trattiene i dolori e gli affanni,
il passo sull’uscio si trasforma in festa.

30 agosto 2014

Aspettando "l'Unità"



 
Per salutare il ritorno de “l’Unità” on line e per ringraziare quelle persone che faticano per tenerla in vita propongo un brano del fondatore del quotidiano comunista, Antonio Gramsci, pubblicato su “La Città futura”, numero unico pubblicato nel febbraio del 1917 dalla Federazione Giovanile Socialista del Piemonte.
Il mio augurio è che gli sforzi dei giornalisti e di tutti i lavoratori de “l’Unità” riporti presto il giornale nelle edicole, passo essenziale per fare del quotidiano comunista uno strumento politico d’informazione contro l’omogeneizzazione delle idee che hanno sconfitto la sinistra. Troppo spesso ci siamo illusi di andare alla guida del Paese e troppo spesso le istanze della sinistra, lungi dall’essere superate, ne sono rimaste fuori, al di la delle tante forme di aggregazioni politiche che si definivano di sinistra e votate da quel popolo di sinistra tante volte tradito.
Naturalmente non basta il giornale per rifondare un partito vero di sinistra ma un’informazione libera sarebbe un primo passo almeno per una corretta valutazione degli equilibri, oramai solo finanziari, che regolano le dinamiche su cui si basa il governo dell’Italia, dell’Europa e del mondo.
30 agosto 2014. (e.m.)



Le diserzioni dal socialismo di molti cosiddetti intellettuali (a proposito: intellettuale vuol sempre dire intelligente?) sono diventate per gli sciocchi la miglior prova della povertà morale della nostra idea. Il fatto è che fenomeni simili sono avvenuti e avvengono per il positivismo, per il nazionalismo, per il futurismo, e per tutti gli altri ismi. Ci sono i crisaioli, le animucce sempre in cerca di un punto fermo, che si buttano sulla prima idea che si presenti con l'apparenza di poter diventare un ideale e se ne nutrono fino a quando dura lo sforzo per impossessarcene. Quando si è arrivati alla fine dello sforzo e ci si accorge (ma questo è effetto della poca profondità spirituale, del poco ingegno, in fondo) che essa non basta a tutto, che ci sono problemi la cui soluzione (se pur esiste) è fuori di quella ideologia (ma forse è ad essa coordinata in un piano superiore), ci si butta su qualche altra cosa che sia una verità, che rappresenti ancora un incognito e quindi presenti probabilità di soddisfazioni nuove. Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza. Ci sono i dilettanti della fede, così come i dilettanti del sapere.

Ciò nella migliore delle ipotesi. Per molti la crisi di coscienza non è che una cambiale scaduta o il desiderio di aprire un conto corrente.
 (Antonio Gramsci)



29 agosto 2014

Le mie amiche son belle di Grazia Fresu

nella foto: Le tre Grazie - Antonio Canova


"... portano appesa al collo una collana
di granati splendenti e di dolori,
hanno quel passo atteso e vagheggiato

che fu il dorato incanto dell'attesa ... "

che bella questa poesia di Grazia Fresu! un vero inno alle donne e alla loro bellezza che si esprime in infiniti modi. D'altra parte l'universo femminile è uno dei temi ricorrenti della poetessa assieme alla multiforme danza di colori ed atmosfere. E' un vero piacere proporre queto canto.



Le mie amiche son belle - Grazia Fresu

Le mie amiche son belle,
hanno sorrisi che trafiggono il tempo,
portano appesa al collo una collana
di granati splendenti e di dolori,
hanno quel passo atteso e vagheggiato
che fu il dorato incanto dell'attesa,
hanno acute parole, intendimenti
dei luoghi più rischiosi,
profumano di storie e di coraggio
mentre per strade ignote se ne vanno
negli archivi della memoria
pronte all'andamento
perverso del ricordo,
hanno mani educate e sguardo attento,
solite a dare dentro la dolcezza
il piacere del senso.
Le ama la magnolia, il cardellino,
la chitarra che suona,
l'aquilone guidato verso il cielo
dalla mano sapiente di un bambino,
il mio verso le ama,
le ama un uomo e a volte non le ama,
ma sempre belle e intatte
se ne stanno nell'intesa segreta
e in ciò che sanno.

28 agosto 2014

L’equilibrista - Icaro nel sorriso di un Pierrot



nella foto un'opera di Roberto Weigand



Claudia Formiconi con il suo stile particolare costruisce versi legati tra loro da fili immaginari che collegano i sogni e al tempo stesso avvolgono la vita al desiderio e alla passione. Con questo canto, la poetessa disegna con maestria la fugacità dei sogni in equlibrio con la tristezza leggera della loro dissoluzione salutata, appunto, dal sorriso di un frequentatore di sogni.

(…) / appesa a un filo / intessuto di stelle / dolce mi coglierà / la notte nell’oblio / ridestato dal sorriso / di Pierrot. 

Bellissima!

Claudia Formiconi è nata a Roma. Ha collaborao con “Il nuovo Giornale dei poeti”. Ha lavorato in Rai. Scrive su varie riviste letterarie. Nel 2013 ha pubblicato la sua prima raccolta di versi “Contrasti”.
La poesia proposta non fa parte della raccolta.



L’equilibrista- Claudia Formiconi
         
In vortici pindarici
come Icaro
mi libro
in rime equilibriste

vivo
la vita
appesa a un filo
intessuto di stelle

dolce mi coglierà
la notte nell’oblio
ridestato dal sorriso
di Pierrot.