30 agosto 2014

Aspettando "l'Unità"



 
Per salutare il ritorno de “l’Unità” on line e per ringraziare quelle persone che faticano per tenerla in vita propongo un brano del fondatore del quotidiano comunista, Antonio Gramsci, pubblicato su “La Città futura”, numero unico pubblicato nel febbraio del 1917 dalla Federazione Giovanile Socialista del Piemonte.
Il mio augurio è che gli sforzi dei giornalisti e di tutti i lavoratori de “l’Unità” riporti presto il giornale nelle edicole, passo essenziale per fare del quotidiano comunista uno strumento politico d’informazione contro l’omogeneizzazione delle idee che hanno sconfitto la sinistra. Troppo spesso ci siamo illusi di andare alla guida del Paese e troppo spesso le istanze della sinistra, lungi dall’essere superate, ne sono rimaste fuori, al di la delle tante forme di aggregazioni politiche che si definivano di sinistra e votate da quel popolo di sinistra tante volte tradito.
Naturalmente non basta il giornale per rifondare un partito vero di sinistra ma un’informazione libera sarebbe un primo passo almeno per una corretta valutazione degli equilibri, oramai solo finanziari, che regolano le dinamiche su cui si basa il governo dell’Italia, dell’Europa e del mondo.
30 agosto 2014. (e.m.)



Le diserzioni dal socialismo di molti cosiddetti intellettuali (a proposito: intellettuale vuol sempre dire intelligente?) sono diventate per gli sciocchi la miglior prova della povertà morale della nostra idea. Il fatto è che fenomeni simili sono avvenuti e avvengono per il positivismo, per il nazionalismo, per il futurismo, e per tutti gli altri ismi. Ci sono i crisaioli, le animucce sempre in cerca di un punto fermo, che si buttano sulla prima idea che si presenti con l'apparenza di poter diventare un ideale e se ne nutrono fino a quando dura lo sforzo per impossessarcene. Quando si è arrivati alla fine dello sforzo e ci si accorge (ma questo è effetto della poca profondità spirituale, del poco ingegno, in fondo) che essa non basta a tutto, che ci sono problemi la cui soluzione (se pur esiste) è fuori di quella ideologia (ma forse è ad essa coordinata in un piano superiore), ci si butta su qualche altra cosa che sia una verità, che rappresenti ancora un incognito e quindi presenti probabilità di soddisfazioni nuove. Gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa ne è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e di intelligenza. Ci sono i dilettanti della fede, così come i dilettanti del sapere.

Ciò nella migliore delle ipotesi. Per molti la crisi di coscienza non è che una cambiale scaduta o il desiderio di aprire un conto corrente.
 (Antonio Gramsci)



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