7 maggio 2015

Impressioni del crepuscolo – Fernando Pessoa

Bartholomeus van Bassen - Interno di una chiesa immaginaria
Impressioni del crepuscolo – Fernando Pessoa

I
O campana del mio villaggio,
Dolente nel quieto meriggio,
Ogni rintocco tuo
Mi echeggia dentro l’anima.

È così lento il tuo suonare,
Così lento quanto triste,
Che il suono del primo tocco
Ha già il ripetersi degli altri.

Per quanto vicino tu batta
Quando passo triste e errante,
Sei per me come un sogno –
Mi suoni sempre distante…

Ad ogni rintocco tuo,
Vibrante nel cielo aperto,
Sento più lontano il passato,
Sento la nostalgia più accanto.

II
Paludi a sfiorare nella mia anima in oro…
Remoto lugubre rintocco di Altre Campane … Impallidisce
Il biondo
Grano nella cenere del tramonto… Mi corre un freddo
carnale per l’anima…
Così sempre la stessa, l’Ora!... Ondeggiare di cime
di palme…
Silenzio che le folle fissano in noi … Autunno tenue
Di un canto di uccello vago… Azzurro dimenticato
in ristagno…
Oh che muto grido d’ansia affonda i suoi artigli nell’Ora!
Che stupore di me anela ad altro da ciò che piange!
Tendo le mani oltre, ma nel tenderle già vedo
Che quello che voglio non è quello che desidero…
Cembali d’Imperfezione… O quanta antichità
L’Ora espulsa dal sé-Tempo!... Risacca che invade
Il mio abbandonarmi a me stesso fino a venire meno,
E il ricordare tanto l’Io presente da sentire
di dimenticarmi!...
Fluido d’aureola, trasparente del Fu, vuoto di versi…
Il Mistero mi ricorda l’essere io un altro… Chiardiluna
sul non contentarsi…
La sentinella è immobile – la lancia confitta nel suolo
È più alta di lei… A che scopo tutto questo?... Giorno
calmo…
Rampicanti di sproposito a lambire di Ora agli Aldilà…
Orizzonti che chiudono gli occhi allo spazio in cui sono
anelli di errore…
Fanfare di oppi di silenzi futuri… vafoni distanti…
Portoni visti lontano… attraverso gli alberi… così di ferro!

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