7 maggio 2015

Lirica per Jeanne - Véronique Pestel

Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne
 Lirica per Jeanne - Véronique Pestel

Il pittore Modigliani è morto giovane:
tossicomane, tubercolotico e alcolizzato
egli lascia, morendo, una bimba di un anno

e una donna incinta, Jeanne Hébuterne.

Jeanne Hébuterne ha il cuore intirizzito,
Jeanne Hébuterne è affaticata;
Jeanne Hèbuterne ha il cuore intirizzito:
Amedeo non è rientrato.

Guarda sulla tovaglia bianca
macchie di pittura mescolate
a piccoli mucchi di polvere bianca,
a grandi macchie di vino.

Non è Frida la messicana,
non è nè Delaunay nè Laurencin;
non è pittrice né scrittrice:
Jeanne Hèbuterne è meno di niente.

Non è la sposa leggendaria,
non è Elsa né Gala;
Musa ordinaria di un genio,
Jeanne non arriva fin là,
non arriva nemmeno là.

Jeanne Hébuterne ha il corpo intirizzito,
Jeanne Hébuterne è crollata,
Jeanne Hébuterne ha il corpo intirizzito:
Amedeo è morto.

Guarda sulla tovaglia bianca
la foto della primogenita lontana,
il ventre teso sotto la pelle bianca,
vedova e incinta dell’amato.

Jeanne Hébuterne ha il corpo pesante,
schiacciato come sotto un macigno;
appesantita dal frutto del suo amore,
Jeanne si è gettata dalla finestra.

Quante Jeanne vi sono sulla Terra?
Quante Jeanne nella massa?
Quante situazioni miserande
di cui il tempo ha fatto scempio?

Quanti geni sulla Terra,
tanti geni, credo,
che popolano i cimiteri
e di cui non si parla.

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