10 maggio 2015

Canto – Edith Sitwell

opera di  Marta Dahklig
Canto – Edith Sitwell



Una vota i mio cuore era una rosa d’estate

Cui non importa cos’è giusto o ingiusto,

E il sole un’altra rosa, quell’anno:

E brillarono entrambi, sole e rosa, mio caro –

Sulla gran terra estiva luminosa

In quell’estate lunga e radiosa.



Per quella lunga landa di luce estiva andavo,

L’ombra conobbi a un tratto in una nuvola –

Mio grigio ombrello di squillante nitida seta,

E mi parlò di pioggia grigio acciaio –

Mettendo in fuga la mia rosa, o caro,

Mettendo in fuga la mia rosa.



Come un volo d’uccelli seguitò a brillare

Il mio viso per quella gaia estate –

E disperse i colombi e i queruli stornelli

Ed altre graziose creature, mio caro,

Ed altre graziose creature.



Per il mio cuore come rosa, una pioggia di lacrime

(Per tutta quella luminosa estate)

Lo scintillio sul petto di una colomba selvatica –

Triste era soltanto il suo canto, amore –

E triste solamente il mio riposo.



Sono passata un attimo nella Città Piumata –

(Per tutta quella luminosa estate) –

Dissolta ha il vento pigro quella città nell’aria

Nel nulla l’ha dissolta.



Ora io vago sola, nella Città di Piombo

(Tutto d’estate è in festa …)

Dove la gente cammina come i Morti –

E nessuno mi guarda.



Il mio cuore è appassito – si, quella rosa estiva –

Un altro cuore come un sole è giunto –

E dalla rosa tutta la rugiada ha bevuto,

Gli uccelli il loro canto hanno scordato

Che risuonò lungo l’estate, o amato,

Per tutta quella luminosa estate.


  * dal n. 304 della rivista "Poesia" Crocetti Edizioni - Traduzione di Silvio Raffo

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