foto surrealista di Dariusz Klimczack
Tristezza - e.m. Troppo presto arrivò il giorno dell’addio,
neanche il tempo di assaporarla appieno
la certezza dei rumori, della voce, della presenza.
Svogliato scorre solo il giorno dell’Arrivederci
lento come il rivolo dorato del miele sul vasetto:
una condanna lenta alla malinconia della separazione
prima degli abbracci, delle carezze,
delle inutili raccomandazioni sussurrate.
E poi lo sventolare della mano sul balcone,
lo sguardo fisso alle luci posteriori,
l’ultimo sorriso triste, l’ultimo contatto
prima che l’auto svolti
dietro l’incompiutezza di una casa
assieme agli ultimi giorni dell’estate.
neanche il tempo di assaporarla appieno
la certezza dei rumori, della voce, della presenza.
Svogliato scorre solo il giorno dell’Arrivederci
lento come il rivolo dorato del miele sul vasetto:
una condanna lenta alla malinconia della separazione
prima degli abbracci, delle carezze,
delle inutili raccomandazioni sussurrate.
E poi lo sventolare della mano sul balcone,
lo sguardo fisso alle luci posteriori,
l’ultimo sorriso triste, l’ultimo contatto
prima che l’auto svolti
dietro l’incompiutezza di una casa
assieme agli ultimi giorni dell’estate.
Si compie infine la separazione
rimane una spessa coltre di tristezza silenziosa
dentro la casa e ai giorni. Dentro di me!
Sedimentata con le incrostazioni del tempo
come la lana intorno alla conocchia
di Penelope nelle notti dell’infinita attesa.
Non va via la dolorosa malinconia,
non si cancella lo strazio della lontananza.
Eppure conosco la tristezza degli addii,
ho appreso le separazioni fin da tempi lontani,
ho percorso strade per molti Altrove sconosciuti
so che tutto si ripete, tutto è già stato,
so del ripetuto andirivieni del fuso sul telaio.
Conosco il dolore della separazione,
so dello smarrimento e del silenzio,
e conosco anche la gioia dell’attesa.
Ho imparato a conoscere anche la tristezza di un’altra attesa,
quella a cui nessuno sfugge.
Canti di muse che solo io so ascoltare
perché gioia, tristezza e paura
non hanno note di strumento o voce.
rimane una spessa coltre di tristezza silenziosa
dentro la casa e ai giorni. Dentro di me!
Sedimentata con le incrostazioni del tempo
come la lana intorno alla conocchia
di Penelope nelle notti dell’infinita attesa.
Non va via la dolorosa malinconia,
non si cancella lo strazio della lontananza.
Eppure conosco la tristezza degli addii,
ho appreso le separazioni fin da tempi lontani,
ho percorso strade per molti Altrove sconosciuti
so che tutto si ripete, tutto è già stato,
so del ripetuto andirivieni del fuso sul telaio.
Conosco il dolore della separazione,
so dello smarrimento e del silenzio,
e conosco anche la gioia dell’attesa.
Ho imparato a conoscere anche la tristezza di un’altra attesa,
quella a cui nessuno sfugge.
Canti di muse che solo io so ascoltare
perché gioia, tristezza e paura
non hanno note di strumento o voce.
" ... gioia, tristezza e paura non hanno note di strumento o voce...".
RispondiEliminaBello.
Grazie.
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