6 maggio 2015

Arianna – Grazia Fresu

John Vanderlyn - Arianna addormentata a Naxos
Arianna – Grazia Fresu

Il filo d’Arianna
ha riportato Teseo alla luce
e intanto ha consegnato
nell’incubo del tempo
il Minotauro dal bel corpo
provato d’inganni e sortilegi,
qui s’intreccia tra l’angoscia
e il trionfo
del riuscito sconcerto d’ombre,
del mare visitato da vele nere
assorte nel pericolo
dell’attesa indulgente,
a quel virgineo delicato splendore
che fu per sempre
sacrificato all’antro del pensiero
di una patria salvata,
dentro il voto
ove il vento si tacque
a respirare con la terra l’umore.
Arianna guidò l’uomo dentro il sole,
conoscenza che profanò dal padre
il gran segreto,
sconfitta al suo cretese
libro di rinoscenze
e a quel lucore che in gara si riposa
quando il toro sulla groppa conduce
le fanciulle dai bei fianchi fasciati
e le seduce nella corsa
innalzando il loro seno
del più puro alabastro
alla ventura di un progetto imprudente.
Arianna restò alata
sulla riva del suo assurdo passato
come un nume
e nel presagio il potere trovò
riconfermato nel suo seno dolente.

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