7 maggio 2015

Canto di Didone – Edith Sitwel, A margaret Drew

Heinrich Friedrich Füger - Didone
 Canto di Didone – Edith Sitwel
                                                 A margaret Drew

È per l’abisso il mio Sole di Morte, come
Il gran Sole del cielo è per l’altezza
Nel violento calore, quando Sirio
Viene a giacere ai suoi piedi.
Il mio Sole di Morte è nel profondo,
Del mondo intero fra i due Soli spira.
Ora soltanto il Cane siede sulla mia bara,
Dove io giaccio con il cuore in fiamme.
I cinque cani dei sensi ormai non cacciano più.
Passato ormai l’ardore del’estate,
La giovinezza e i suoi violenti Soli,
Le mie vene vitali, che parvero più ardenti
Dei fiumi d’Asia e d’Africa – ruscelli al loro confronto –
Si sono spente – Il Tempo come fuoco
Trasforma l’osso in trecce e rubini
Come orizzonti di luci; oltre tutte le estati
Germogli di peonia nelle vene – e grandi peana del sangue,
L’empireo della rosa!
Pure, un tempo io pensai mio letto d’amore una bara
Il Sole più alto del cielo, l’altezza di Sirio fiammante,
Lo pensai come Sole di Morte,
E sotto senza abisso. Ma ora so
Che anche a chi va a caccia dentro il cuore e nel cielo,
A tutti, a tutti è destinato i sonno.

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