5 febbraio 2016

Despina. Le città invisibili - Italo Calvino

Grottole - Matera
Despina. Le città invisibili - Italo Calvino

In due modi si raggiunge Despina: per nave o per cammello. La città si presenta differentea chi viene da terra e a chi dal mare.Il cammlliere che vede spuntare all'orizzonte dell'altipiano i pinnacoli dei grattacieli, leantenne radar, sbattere le maniche a vento bianche e rosse, buttare fumo i fumaioli,pensa a una nave, sa che è una città ma la pensa come un bastimento che lo porti viadal deserto, un veliero che stia per salpare, col vento che già gonfia le vele non ancoraslegate, o un vapore con la caldaia che vibra nella carena di ferro, e pensa a tutti i porti,alle merci d'oltremare che le gru scaricano sui moli, alle osterie dove equipaggi di diversabandiera si rompono bottiglie sulla testa, alle finestre illuminate a pian terreno, ognunacon una donna che si pettina.Nella foschia della costa il marinaio distingue la forma d'una gobba di cammello, d'unasella ricamata di frange luccicanti tra due gobbe chiazzate che avanzano dondolando, sache è una città ma la pensa come un cammello dal cui bsto pendono otri e bisacce difrutta candita, vino di datteri, foglie di tabacco, e già si vede in testa a una lungacarovana che lo porta via dal deserto del mare, verso oasi d'acqua dolce all'ombraseghettata delle palme, verso palazzi dalle spesse mura di calce, dai cortili di piastrellesu cui ballano scalze le danzatrici, e muovono le braccia un po' del velo e un po' fuori dalvelo.Ogni città riceve la sua forma dal deserto a cui si oppone; e così il cammelliere e ilmarinaio vedono Despina, città di confine tra due deserti.

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