2 novembre 2019

da Dona Flor e Sues Dois Maridos - Jorge Amado

da "Dona Flor e Sues Dois Maridos"

[...] " Notti deserte della presenza di Vadinho, notti insonni d'attesa, lunghe da passare come se l'aurora avesse indietreggiato fino ai confini dell'inferno.
A volte la pioggia cantava la sua ninnananna sui tetti, il freddo faceva sentire il bisogno d'un corpo maschio, il calore d'un petto villoso, il riparo di due braccia forti. Dona Flor insonne: impossibile addormentarsi, il desiderio d'averlo al suo fianco era una ferita esposta. Trasaliva, presa da brividi, nello sconforto e nella tristezza, su quel letto popolato solo di desideri e di abbandono.
Con Vadinho presente - ah! con Vadinho presente né freddo né tristezza. Da lui proveniva un allegro calore che saliva dalle gambe al viso di Dona Flor, e la notte s'apriva in giubilo. Dona Flor si sentita protetta e in festa, leggermente irresponsabile come se avesse bevuto un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore. La presenza notturna di Vadinho la ubriacava, vino dal bouquet inebriante; come resistere dalla seduzione della sua bocca, di parole e di lingua? Erano notti d'impeto esaltato, fatate notti d'alleluja" [...]

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