6 giugno 2020

Città - Otokar Brezina



dipinto di Victor Bauer
Città - Otokar Brezina

Nel crepuscolo di una luce sconosciuta ho mirato la Città.
E il sole,
impallidito e privato dello splendore, era sospeso su di essa,
niente di più che una stella al centro delle stelle.

Migliaia di torri si sono levate verso le nubi, e le ombre
delle torri in rovina
sono ancora erette. Innumerevoli moltitudini si precipitavano
verso le porte e dalle porte,
musiche suonavano per una cerimonia ignota, si trascinavano
processioni di penitenti,
l’esercito ritornava dai campi di battaglia, i prigionieri
procedevano in ceppi,
e le ombre uscite dalle tombe vagavano tra le folle
e il loro vocio si mescolava con la voce dei vivi e regnava:
si univano le mani degli sconosciuti, il loro sorriso cadeva
nei baci degli amanti,
dove passavano tra gli abbracci, si accasciarono le spalle protese,
e dai loro occhi, dischiusi, malinconici per il ricordo delle colpe,
splendeva il sole misterioso, e si propagava quel fulgore
nel suo malinconico tremolio che soffocava la Città
e migliaia di viventi.

E io vagavo, solitario tra queste moltitudini mentre agonizzava
il pulsare del mio cuore
nel battito di innumerevoli cuori vivi e morti,
e nell’anima mi splendeva la magica onda
di tutti i cuori spenti al nostro giorno. E là ti ho incontrata:
mi soffiò dal tuo respiro il profumo delle mie solitudini
più profonde,
della terra dei padri, dei fiori eterei sotto i pergolati di
una penombra melanconica,
cresciuti nella pioggia d’argento di un cielo notturno,
e tremavano le voci nella tua voce, che talvolta udivo
da venti erranti
nel crepitio del mio fuoco solitario

Traduzione di Alberto Di Paola e Katerina Zoufalova
Poesia . 285, settembre 2013. Crocetti Editore

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