2 giugno 2020

Da misteriose lontananze - Otokar Brezina


Henri Matisse - Interno rosso
Da misteriose lontananze - Otokar Brezina

Mi canta nell’anima da lontananze eterne
una canzone monotona,
un’ottava bassa della mia tastiera
malinconica le suona.

Mi scorre sulle labbra e nel riso
come il gusto del mio vino,
e da uno stelo spezzato
nella lacrima amarognola del latte.

Il soffio ritmico dei ricordi
nei desideri delle danze bacchiche,
la sua nostalgia si spegne lentamente
stregata, nelle risonanze.

Il sogno-veglia fermenta il mio sangue
nella voluttà e sulle solitudini,
e mi cresce nei lunghi adagi
e nelle note oscure.

E affaticati dalla quiete dei raggi
non si addormenta,
e mi succhia e mi ingabbia nelle volte oscure
dei suoi suoni,
come nugoli di insetti in vortici metallici.

O lontananze e notti,
svenimenti e sogni! Dove non si attaccherebbero
le sue note? E con quale potere
rovinerò dentro me stesso, l’indistruttibile?

Il suo contatto come ala gelida
mi soffia sul viso
nei confessionali, davanti agli altari
e nei silenzi sepolcrali delle biblioteche,

ai miei colori mescola l’olio,
suona con le ali della mia ispirazione,
canta beffardamente nella mia afflizione,
eterno, monotono,

e sulle piastre roventi della mia vita
fermenta lo scroscio spumoso
della mia bevanda mortale, da cui berrò
il Mistero della vanità.

Traduzione di Alberto Di Paola e Katerina Zoufalova
Poesia . 285, settembre 2013. Crocetti Editore

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