2 giugno 2020

Un amore – Dino Buzzati


dipinto di Viktor Sheleg
Un amore – Dino Buzzati

È ancora là con la cornetta del telefono in mano, indeciso se, la faccia scavata e tesa, la faccia invecchiata, sono passati quattro mesi, oggi è il primo dell’anno ma lui è là ancora con la cornetta del telefono in mano indeciso se telefonare o no, il fiume lo trascina via allo stesso identico modo selvaggio, non riesce ad aggrapparsi alla riva anzi si trova sempre nel centro dove la precipitazione è massima e più grossi pietroni sporgono dal fondo e lui ci pesta contro con colpi terribili che lo devastano dentro e vorrebbe raggiungere la riva ma ha paura perché se raggiungesse la riva il fiume non lo trascinerebbe più e nel fiume, poco più avanti, fugge la Laide ma lei scivola lieve sulle acque e lei non pesta dentro nei pietroni, lei li vede in tempo o per lo meno è come se li vedesse e ci scivolasse sopra apposta affinché Antonio che la insegue ci pesti contro malamente ma può darsi invece che lei non ci pensi neanche lei non è cattiva solo che è come un riccio con gli aculei sempre tesi, un giorno infatti durante un litigio poiché lui le rinfacciava le umiliazioni patite la Laide disse dovresti capirmi nessuno mi ha mai voluto veramente bene io ho l’impressione che tutti siano dei nemici che vogliono fregarmi e approfittare di me non è colpa mia se la vita mi ha insegnato a diffidare di tutti sì io sono sempre in allarme io sono tutta spine io cerco di difendermi e così può essere che con te sono stata poco gentile ma dovresti capirmi non è tutta colpa mia.

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