28 gennaio 2021

I fili del telegrafo – Marina Cvetaeva

Pere Paul Rubens - Orfeo ed Euridice, 1636 - 1638, olio su tela 196.5 cm x 247.5 cm., Museo del Prado, Madrid
I fili del telegrafo – Marina Cvetaeva

Lungo le canore palafitte
su cui l'Empireo si sostiene
ti mando la mia parte
di polvere terrestre...
Lungo la teoria
di gemiti – filo contro il palo! –
il mio leggiero Morse: ti a-a-mo…

Ti imploro… (Il modulo celeste
è poco per le mie parole.
Meglio i fili!) Su queste palafitte Atlante
calò la piazza del maneggio
per gli dei…
Lungo i pali
il mio aereo: ad-di-i-o…

È l’ultimo rantolo – lo senti? –
della faringe muta: per-do-o-no…
Gomene sul mare di nivali,
trasparente traversata: in alto –
più su, più su – incontro al grido
di Arianna: ri-

tor-na!... All’affannoso urlo
da ospedali gratuiti: non esco!
Corteo di cavi di acciaio,
voci basse dall’Ade,

sempre più lontane… Distanza
intenerita da “pie-e-tà…”

Pietà di me! (Distingui, in questo coro,
la mia voce?) Nell’urlo premortale
di passioni ostinate
il soffio di Euridice –

oltre fossati e terrapieni,
oltre borri e scarpate:

ahi-me! non ti…

traduzione di Serena Vitale
da Marina Cvetaeva, Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
 

 

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