Gelso nero – e.m.
Sul grande gelso nero
ci arrampicavamo felici,
e incoscienti.
Facevamo a gara
a chi arrivava più in alto
a chi coglieva la bacca nera
più gonfia di sole,
più succosa di dolcezza.
Ci riempivamo la bocca
di decine e decine di bacche nere
e rivoli granata
ci sporcavano il mento e il collo
e le guance.
Mi perdevo nel sole,
nel verde dei tuoi occhi
e nell’oro delle tue gambette vellutate.
Ad ogni foglia era appesa un nostro sogno.
Poi i rami si spezzarono
le foglie divennero fango dell’autunno
i sogni appesi a rami sbagliati
si frantumarono tra braccia sbagliate
strade sbagliate, orizzonti sbagliati.
Tu rimani l’unico sogno,
bimba dagli occhi verdi.
Nemmeno ricordo il tuo nome,
compagna di una sola lontana estate.
Il gelso nero non c’è più,
mai più il mio viso
si è sporcato
di rivoli di dolcezza
e i miei occhi non vedono
sogni appesi alle foglie.
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