6 settembre 2015

Ero in cammino - Alfred Kolleritsch

Foto: Stagno blu, Hokkaido - National Geographic
Ero in cammino - Alfred Kolleritsch


Ero in cammino
sulle strade fra i giganti di brina,
i brandelli di quercia nel cielo,
i solchi mi correvano incontro,
dominavo con lo sguardo un punto
abraso fra le nuvole,
la ferita grigioazzurra senza sangue.

Guardavo le piccole foto,
la mano si screpolava nell’aria invernale,
l’amico
al quale avevo mostrato la mia vita
come bava del respiro
ti vide per la prima volta,
e il modo in cui ti guardò
mi mantenne in vita.

Il gelido fango scuro dello stagno
ti seppellì,
l’acqua incombente
ti nasconderà per sempre.

Per cercarti
gli argini dello stagno erano troppo sottili,
piante di piedi sporgevano,
il mio dolore era un balordo,
respirai più profondamente,
non mi sovvenne nulla
se non la routine del gemere.

Più tardi vidi quelli che pattinavano,
il ghiaccio che sprizzava da sotto
mi rinfrescò,
volevo
vedere cantare le piastre da curling.

Quando più tardi, ostili,
stavano in cerchio,
seppi
che il gioco è finito.

Me ne andai.
Quel che vedevo
era rovesciato,
scivolato dentro di me, senza resistenza.
Ma lui stava fuori,
e teneva il mondo a distanza.

Le mie labbra erano ruvide,
il ventre ardeva,
le giunture cigolavano,
tu balzasti fuori
fino alle bacche rosse presso la casa.
Fui troppo vigliacco
per trovarti.

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