5 settembre 2015

Le lingue invisibili - Laureano Alban

sand dunes in Perth, Australia - foto da National Geographic
Le lingue invisibili - Laureano Alban

Tacete, qui qualcuno ha taciuto.
Restano parole sotterrate. Ululano
con il loro fino collo di cristallo.

Ammutoliscono vinte,
crepuscolo a crepuscolo,
senza un labbro nel sangue
dove salire alla lingua.

Sono minuti rombi,
minute campane,
vocali rinchiuse in totali segreti,
consonanti rotte come rami d'oblio.

Nemmeno ci sono parole, né rumore:
solo un'eco che si dibatte sola,
dove cresce il ponente,
dove passa l'erba con ondate illimiti
ed esplode l'artificio
di un'altra parola e un'altra,
e un gesto ridente
e un altro come di fuga o pianto.

Nemmeno il fragore della quiete.
Solamente, dopo la persecuzione
costante della musica,
gli uccelli e il vento,
in cui precipita la chiarità,
in cui termina esaurita
la verità del silenzio:
nemmeno c'è il silenzio
dove qualcuno ha taciuto.

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