23 maggio 2019

da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

opera di Sylvia Plath
da “Gli indifferenti” – Alberto Moravia

Contro l'ansietà che aveva finito per invaderla, questo rumore improvviso ma familiare le fu grato in quel momento come una presenza amica in qualche luogo sconosciuto o spaventoso: con quel suono, in quel modo, si aprivano le porte a vetri di tutto il mondo, così in casa sua che altrove. Dimenticò di colpo tutto il suo programma, spalancò gli occhi, vide sulla parete l'ombra larga dell'uomo e si voltò: l'amante si curvava su di lei. Ella ebbe appena il tempo di accorgersi che non indossava alcun pigiama, ma una specie di leggera veste da camera, e che si era accuratamente rasato, incipriato, pettinato; poi con un gesto semplice, senza lasciare quella sua espressione dura e
distratta, egli sollevò le coltri e scivolò al suo fianco.


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