15 maggio 2015

Paul Verlaine - Pierrot monello

opera di Konstantin Somov
 Paul Verlaine - Pierrot monello 

Non è Pierrot in erba
non più che Pierrot in mantello,
è Pierrot, Pierrot, Pierrot.
Pierrot monello, Pierrot ragazzo,
la noce fuori del guscio,
è Pierrot, Pierrot, Pierrot!
Benché sia alto poco più d'un metro,
il bricconcello sa mettere
nei suoi occhi il lampo d'acciaio
che s'addice al genio sottile
della sua malizia infinita
di poeta-smorfioso.
Labbra rosso-ferita
dove sonnecchia la lussuria,
faccia pallida dal ghigno fine,
lunga, accentuata,
che pare abituata
a contemplare ogni fine,
corpo esile ma non magro,
voce di fanciulla ma non stridula,
corpo d'efebo in piccolo,
voce di testa, corpo in festa,
creatura sempre pronta
a saziare ogni appetito.
Va', fratello, va', compagno,
fa' il diavolo, batti la strada
nel tuo sogno e su Parigi
e per il mondo, e sii l'anima
vile, alta, nobile, infame
del nostro spirito innocente!
Cresci, poiché così si usa,
moltiplica la tua ricca amarezza,
esagera la tua allegria,
caricatura, aureola,
la smorfia e il simbolo
della nostra semplicità!

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