20 agosto 2017

Xanti-Yaca – Vittorio Bodini

opera di Goyo Dominguez
Xanti-Yaca – Vittorio Bodini

Solo quando tu entrasti
la barca fu piena,
e il barcaiolo coi buchi nella maglietta
fece sparire la nazionale
che gli diedi perché remasse di spalla.
Così il mare quel giorno
poté maturare ricordi per dopo.

Al tempo dell'altra guerra contadini e contrabbandieri
si mettevano foglie di Xanti-Yaca
sotto le ascelle
per cadere ammalati.
Le febbri artificiali, la malaria presunta
Di cui tremavano e battevano i denti,
erano il loro giudizio
sui governi e la storia.

Così semplice,
che noi non lo avremmo fatto.

Uno l'ho visto io
camminare col capo in giù
sul soffitto,
altri bevevano a un pozzo
di scorpioni e di serpi,
non senza gridi,
nel viola acido e sporco
d'una cappella,
mentre fuori era il chiaro giorno
steso coi piedi avanti
come il Cristo del Mantegna.

Così mi disorienti
se ti guardo vivere:
io vedo tutte le insidie
e tu sei in grande pesce senza testa,
disordinato e prode,
che smuove più acqua del necessario,
ed è quando mi dici disperata
"Vorrei già avere trent'anni".

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