29 giugno 2019

Roland Aborowicz – Edgar Lee Masters

Maria Grazia Montano - Calanchi n. 4, 2018, tecnica mista, 2018
Roland Aborowicz – Edgar Lee Masters

Vita mia cosa fosti se non un sogno,
in cui il mio stesso mio era sconosciuto, ma sin troppo
conosciuto in fine, visto come loro mi videro.
Chi spalancò gli occhi e si chiese perché io non mi vedessi com’ero?
Cosa fui se non una creature della terra, una forma della terra legata?
in lotta per liberare me stesso dalla terra informe,
divenuta carne e spirito in cervello,
petto e braccia, e piedi liberi alati?
Mai alzarmi dal suolo e correre a danzare!
Ma sempre lottare e spingere con mani disperate
la terra che quasi carne, subito ritornava terra
mentre le mie mani erano imprigionate nel fango con cui lottavano:
fui un’anima d’artista che mai fu libera,
mai s’elevò dalla malignità della materia che tira
a sé l’anima che vorrebbe volare!

da Il nuovo Spoon River - Newton
Trad. Umberto Capra e Attilia Lavagna

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