26 luglio 2019

da Un amore – Dino Buzzati

Mario Tozzi - La Città delle Vergini
da Un amore – Dino Buzzati

Alle ore sedici era la prova del balletto La stella della sera di Lachenard.
Glielo avevano detto all’ultimo momento e Antonio per le quattro aveva combinato con la signora Ermelina per la Laide.
«Chi preferisce?» aveva chiesto per telefono la signora Ermelina. «Faccio venire la Laide?» e nella voce c’era un’ombra vaga di malizia come se lei si fosse accorta di qualche cosa.
«Chi preferisce?» aveva chiesto la signora Ermelina.
«Mah, non so» aveva detto lui.
«Faccio venire la Laide?»
«La Laide, sì. O la Lietta.»
«La Lietta?»
«Ma sì, mi ha detto che si chiama Lietta.»
«Ah, la Lietta! quella un po’ robusta?»
«Sì, sì» fece lui.
«Preferisce la Lietta?»
«Per me, faccia lei, una o l’altra.»
Non era vero. La Lietta, un fustone di ragazza dai capelli rossi, l’aveva conosciuta un paio di mesi prima. E gliene era tornata la voglia. Quelle spalle da lanciatrice di giavellotto, quei seni piatti e insieme potenti, quelle cosce che sapevano stringere. La Laide, in fatto d’amore, la conosceva già bene, non poteva promettergli nessuna sensazione nuova. Graziosa, certo, un tipo di gusto suo. Ma.
«Va bene» disse la signora Ermelina per telefono «una delle due.»
Ma all’ultimo momento lo avevano avvertito che c’era la prova e lui telefonò per disdire.
«Pazienza» disse la signora Ermelina «il più è che la peschi al telefono per dirle di non venire.»
«Chi?»
«Avevo combinato con la Laide.»
«Mi dispiace, ma non è colpa mia.»

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