15 maggio 2015

Poeta - Angela Figuera Aymerich

Erato - Charles Meynier
Angela Figuera Aymerich - Poeta

Più di un giorno mi duole di essere poeta.
Di aver labbra, aver gola, che si apprestano al canto.
Ben facile è vivere quando solo si vive
muto e sobrio, schivando stordimenti e ricerche.
Ma colui che è poeta né in mezzo al tumulto
né imboscato otterrà il suo riposo sulla riva.
Perché a occhio senza palpebra è negata la notte
che perenne e insidiosa gli si accende e si affila.
Perché tutto il mistero, gabbiano stramazzato,
gli martella il lembo delle sue tempie nude
e, in bocca, di impossibile bellezza stremate
s'accalcano e s'inceppano le enormi parole.
Perché egli vive e lo sa.
Perché egli muore e lo sa.
Ma quel grido convulso di vita e di morte
è un falcone ribelle divorato da nubi.
Oceani, cicloni, boschi, astri abitano
l'ambito angusto che il suo cranio circonda.
Uccelli, onde, radici, battiti, armonie,
per la rete dei nervi vibranti l'avvolgono
Che brama di contorni gli esaspera le dita!
Che brama di cammini gli fa fremere i piedi!
E nel petto gli cresce il suo imperioso destino.
E, né dentro né fuori, sulla fine tangente
che in un punto appena alla certezza si adatta,
vigile e solitario, insonne e sonnambulo,
il poeta mantiene l'insicuro equilibrio. - 

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