da “Il gatto che aggiustava i cuori” – RachelWells
Sempre senza sapere in che direzione stavo andando, sono arrivato a una grande strada e mi sono reso conto che avrei dovuto attraversarla. Non ero abituato alle strade e al traffico; quand’ero un micetto Margaret mi aveva insegnato a starne lontano. Era rumorosa e faceva paura, con le automobili e i furgoni che mi sfrecciavano davanti. Mi sono bloccato sul marciapiede con il cuore che mi batteva, finché non ho visto un’apertura. Per poco non mi sono messo a correre a occhi chiusi, ma sono riuscito a tenere salde le zampe tremanti prima di fare una stupidaggine. Impaurito, ho posato una zampetta sulla strada sentendo il rombo del traffico che aumentava. Un clacson ha suonato e, quando mi sono voltato a sinistra, ho visto un paio di luci enormi piombarmi addosso. Ho preso la fuga correndo più veloce di quanto avessi mai fatto in vita mia e con orrore ho sentito qualcosa sfiorarmi la coda. Ho gridato, e con il balzo più lungo possibile sono atterrato sul marciapiede. Con il cuore che mi batteva, mi sono girato e ho visto un’automobile passare a tutta velocità. Ero quasi finito sotto le sue ruote. Mi sono chiesto se avessi consumato una delle mie nove vite. Infine ho preso fiato, era la paura la mia forza propulsiva, e con le zampe che sembravano gelatina ho camminato per qualche minuto allontanandomi dalla strada, finché non sono crollato davanti a un cancello.
Dopo qualche minuto si è aperta una porta ed è uscita una signora. Teneva al guinzaglio un cane, che mi è venuto addosso con una sbandata, abbaiando a più non posso, e ancora una volta ho dovuto schivare il pericolo. La signora ha dato uno strattone al guinzaglio e ha strillato al cane, che mi ha ringhiato.
Gli ho risposto sibilando.
Traduzione di Elisabetta Valdrè
Sempre senza sapere in che direzione stavo andando, sono arrivato a una grande strada e mi sono reso conto che avrei dovuto attraversarla. Non ero abituato alle strade e al traffico; quand’ero un micetto Margaret mi aveva insegnato a starne lontano. Era rumorosa e faceva paura, con le automobili e i furgoni che mi sfrecciavano davanti. Mi sono bloccato sul marciapiede con il cuore che mi batteva, finché non ho visto un’apertura. Per poco non mi sono messo a correre a occhi chiusi, ma sono riuscito a tenere salde le zampe tremanti prima di fare una stupidaggine. Impaurito, ho posato una zampetta sulla strada sentendo il rombo del traffico che aumentava. Un clacson ha suonato e, quando mi sono voltato a sinistra, ho visto un paio di luci enormi piombarmi addosso. Ho preso la fuga correndo più veloce di quanto avessi mai fatto in vita mia e con orrore ho sentito qualcosa sfiorarmi la coda. Ho gridato, e con il balzo più lungo possibile sono atterrato sul marciapiede. Con il cuore che mi batteva, mi sono girato e ho visto un’automobile passare a tutta velocità. Ero quasi finito sotto le sue ruote. Mi sono chiesto se avessi consumato una delle mie nove vite. Infine ho preso fiato, era la paura la mia forza propulsiva, e con le zampe che sembravano gelatina ho camminato per qualche minuto allontanandomi dalla strada, finché non sono crollato davanti a un cancello.
Dopo qualche minuto si è aperta una porta ed è uscita una signora. Teneva al guinzaglio un cane, che mi è venuto addosso con una sbandata, abbaiando a più non posso, e ancora una volta ho dovuto schivare il pericolo. La signora ha dato uno strattone al guinzaglio e ha strillato al cane, che mi ha ringhiato.
Gli ho risposto sibilando.
Traduzione di Elisabetta Valdrè
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