8 dicembre 2018

Il male è la storia – Derek Walcott

Hubert Robert - Grande Galerie in Louvre 1796
Il male è la storia – Derek Walcott

Dove sono i vostri monumenti, le battaglie, i martiri?
Dov’è la vostra memoria tribale? Signori,
in quella volta grigia. Il mare. Il mare
li ha racchiusi. Il mare è la storia.

In principio fu l’empito del petrolio,
pesante come il caos;
poi, come luci in fondo al traforo,

la lanterna di una caravella,
e quella fu la Genesi.
Poi ci furono le grida stipate,
la merda, i gemiti:

l’Esodo.
Ossa saldate a ossa dal corallo,
mosaici
ammantati dalla benedizione dell’ombra dello squalo,

e quella fu l’Arca dell’Alleanza.
Poi vennero i filamenti pizzicati
del sole sui fondali del mare

le arpe lacrimose della schiavitù di Babilonia,
mentre bianche cipree si chiudevano come manette
sulle donne annegate,

e quelli furono i braccialetti d’avorio
del Cantico dei Cantici,
ma l’oceano continuava a voltare pagine bianche

in cerca della Storia.
Poi vennero gli uomini con gli pesanti come ancore
che affondavano senza tombe,

briganti che grigliavano le greggi,
abbandonando le costole carbonizzate come foglie di palme sulla riva,
poi le fauci schiumanti e rabbiose

della marea che inghiottiva Port Royal,
e quello fu Giona,
ma dov’è il vostro Rinascimento?

Signore, è rinchiuso in quelle secche sabbiose
laggiù oltre il banco agitato della barriera corallina,
dove la nave da guerra è scomparsa;

metti su questi occhialini, ti ci porto io.
Sono cose sottili e sottomarine,
tra colonnati di corallo,

oltre le finestre gotiche del ventaglio di mare
fin dove la cernia crostosa, dagli occhi di onice,
ammicca, appesantita dai gioielli, come una regina calva;

e le lunette di queste grotte con crostacei
butterati come pietra
sono le nostre cattedrali,

e la fornace prima dei cicloni:
Gomorra. Ossa triturate da mulini a vento
in farina gialla e marna,

e quelle furono le Lamentazioni –
quelle furono solo le Lamentazioni
non erano la Storia;

poi vennero, come schiuma sul labbro secco del fiume,
i canneti bruni dei villaggi
che si velavano e si rapprendevano in città,

e a sera, il coro dei moscerini,
e sopra di loro, le guglie
che trafiggevano i fianchi di Dio

mentre suo figlio tramontava, e quello fu il Nuovo Testamento.

Poi vennero le sorelle bianche che applaudivano
alle onde del progresso
e quella fu l’Emancipazione –

giubilo, O giubilo –
che svaniva rapido
come il pizzo del mare si secca nel sole,

ma quella non era la Storia,
era solo fede,
e poi ogni roccia si frantumò nella propria nazione;

poi venne il sinodo delle mosche,
poi venne l’airone segretariale,
poi venne la rana toro che gracidava in cerca di un voto,

lucciole con idee brillanti
e pipistrelli come ambasciatori in volo
e le mantide, come polizia in cachi,

e pelosi millepiedi di giudici
a esaminare ogni caso con misericordiosa cura,
e poi nelle orecchie buie delle felci

e nel ridacchiare sapido delle rocce
con le loro pozze di mare, ci fu il suono
come un rumore senza alcun eco

di Storia, che davvero iniziava.

da Derek Walcott, Nelle vene del mare, a cura di Matteo Campagnoli
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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