4 luglio 2019

da La pelle – Curzio Malaparte

da La pelle – Curzio Malaparte

Il Colonnello Palese mi si avvicinò, mi disse a voce bassa: "Hanno capito" e si allontanò in silenzio. Sotto la sua ascella sinistra, una nera macchia di sangue si allargava a poco a poco sul panno dell'uniforme, lo guardavo quella nera macchia di sangue allargarsi a poco a poco, seguivo con gli occhi quel vecchio colonnello italiano vestito dell'uniforme di un inglese morto, lo guardavo allontanarsi lentamente facendo scricchiolare le scarpe di un soldato inglese morto, e il nome Italia mi puzzava in bocca come un pezzo di carne marcia.
"This bastard people!" diceva fra i denti il Colonnello Hamilton aprendosi il passo nella folla.
"Perché dici così, Jack?"
Giunti all'altezza dell'Augusteo, svoltavamo di solito, ogni giorno, in Via Santa Brigida, dove la folla era più rada, e ci fermavamo un istante a riprender fiato.
"This bastard people" diceva Jack rimettendosi in ordine l'uniforme sgualcita dalla terribile stretta della folla.
"Don't say that, non dir così, Jack ."
"Why not? This bastard, dirty people."
"Oh, Jack! anch'io sono un bastardo, anch'io sono uno sporco italiano. Ma sono orgoglioso di essere uno sporco italiano. Non è colpa nostra se non siamo nati in America. Sono sicuro che saremmo un bastard dirty people anche se fossimo nati in America. Don't you think so, Jack?"
"Don't worry, Malaparte" diceva Jack "non te ne avere a male. Life is wonderful."
"Si, la vita è una cosa magnifica, Jack , lo so. Ma non dir così, don't say that."
"Sorry" diceva Jack battendomi la mano sulla spalla "non volevo offenderti. E' un modo di dire. I like italian people. I like this bastard, dirty, wonderful people."
"Lo so, Jack , che vuoi bene a questo povero, infelice, meraviglioso popolo. Nessun popolo sulla terra ha mai tanto sofferto quanto il popolo napoletano. Soffre la fame e la schiavitù da venti secoli, e non si lamenta. Non maledice nessuno, non odia nessuno: neppure la miseria. Cristo era napoletano."
"Non dir sciocchezze" diceva Jack .
"Non è una sciocchezza. Cristo era napoletano."
"Che cos'hai oggi, Malaparte?" diceva Jack guardandomi con i suoi occhi buoni.
"Niente. Che vuoi che abbia?"
"Sei d'umor nero" diceva Jack.
"Perché dovrei esser di cattivo umore?"
"I know you, Malaparte. Sei d'umor nero, oggi."
"Sono addolorato per Cassino, Jack ."
"Al diavolo Cassino, thè hell with Cassino."
"Sono addolorato, veramente addolorato, di quel che accade a Cassino."
"The hell with you" diceva Jack .
"E' proprio un peccato che passiate tanti guai a Cassino."
"Shut up, Malaparte."
"Sorry. Non volevo offenderti, Jack . I like Americans. I like thè pure, thè clean, thè wonderful american people."
"Lo so, Malaparte. Lo so che vuoi bene agli Americani. But, take it easy, Malaparte. Life is wonderful."
"Al diavolo Cassino, Jack
"Oh yes. Al diavolo Napoli, Malaparte, thè hell with Naples."
Uno strano odore era nell'aria. Non era l'odore che scende, verso il tramonto, dai vicoli di Toledo, da Piazza delle Carrette, da Santa Teresella degli Spagnoli. Non era l'odore delle friggitorie, delle osterie, degli orinatoi, annidati nei fetidi, oscuri vicoli dei Quartieri, che da Via Toledo salgono verso San Martino. Non era quell'odore giallo, opaco, viscido, fatto di mille effluvii, di mille torbide esalazioni, de mille délicates puanteurs, come diceva Jack, che i fiori appassiti, ammucchiati ai piedi della Vergine nei tabernacoli agli angoli dei vicoli, spandono in certe ore del giorno per tutta la città. Non era l'odore dello scirocco, che sa di cacio di pecora e di pesce guasto. Non era neppure quell'odore di carne cotta che, verso sera, si diffonde per Napoli dai bordelli, quell'odore nel quale Jean Paul Sartre, camminando un giorno pervia Toledo, "sombre comme une aisselle, pieine d'une ombre
chaude vaguement obscène", fiutava la "parenté immonde de l'amour et de la nourriture". No, non era quell'odore di carne cotta che grava su Napoli verso il tramonto, quando "la chair des femmes a l'air bouillie sous la crasse". Era un odore di una purezza e di una levità straordinarie: magro, leggero, trasparente, un odore di mare polveroso, di notte salata, l'odore di un'antica foresta d'alberi di carta.
Torme di donne spettinate e imbellettate, seguite da turbe di soldati negri dalle mani pallide, scendevano e salivano per Via Toledo, fendendo la folla con stridi acuti 'ehi, Joe! ehi, Joe ! '
All'imbocco dei vicoli sostavano in lunghe schiere, ciascuna in piedi dietro la spalliera di una sedia, le pettinatrici pubbliche, le 'capere'. Su quelle sedie, il capo abbandonato a occhi chiusi sulla spalliera, o reclinato sul petto, sedevano atletici negri dalla testa piccola e rotonda, dalle gialle scarpe lucenti come i piedi delle dorate statue degli Angeli nella chiesa di Santa Chiara. Le 'capere', urlando, chiamandosi fra loro con strani gridi gutturali, o cantando, o litigando a squarciagola con le comari affacciate alle finestre e ai balconi come a un palco di teatro, affondavano il pettine nei ritorti, lanosi capelli dei negri, tiravano a sé il pettine impugnandolo con ambe le mani, sputavano sui denti del pettine per renderli più scorrevoli, si versavano fiumi di brillantina nel palmo della mano, strofinavano e lisciavano le selvatiche chiome dei pazienti come massaggiatrici.

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