7 gennaio 2020

da Ode a Lenin I – Pablo Neruda

the Kukryniksy Group (Mikhail Kupriyanov, Porfiry Krylov, and Nikolai Sokolov) - Lenin in Razliv, summer 1917. Oil on canvas, 1949
da Ode a Lenin – Pablo Neruda

I
Lenin, per cantarti
devo dire addio alle parole;
devo scrivere con alberi, con ruote,
con aratri, con cereali.
Sei concreto come
i fatti e la terra.
Non esistette mai
un uomo più terrestre
di V. Ulianov.
Ci sono altri uomini alti
che come le chiese si abituano
a conversare con le nubi,
sono alti uomini solitari.

Lenin sostenne un patto con la terra.

Vide più lontano che nessuno.
Gli uomini,
i fiumi, le colline,
le steppe,
erano un libro aperto
e li leggeva,
leggeva più lontano di tutti,
più chiaramente che nessuno.
Egli guardava profondo
nel paese, nell’uomo,
guardava l’uomo come in un pozzo,
lo esaminava come
se fosse un minerale sconosciuto
che avesse scoperto.
Bisognava estrarre le acque dal pozzo,
bisognava elevare la luce dinamica,
il tesoro segreto
dei paesi,
perché tutto geminasse e nascesse,
per essere degni del tempo e della terra.

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