3 gennaio 2020

da Un amore – Dino Buzzati

dipinto di Paul Laurenzi
da Un amore – Dino Buzzati

Una ragazzina del popolo, una di quelle personalità fisiche definite fino in fondo, non vistose, di cui ci si accorge a poco a poco, scoprendovi una assoluta eleganza naturale. Avrà avuto diciott’anni. A parte i fuggevoli sguardi alle vetrine, procedeva tenendo la testa dritta e ferma, come se guardasse diritto dinanzi a sé, senza neppure vedere coloro che le venivano incontro. Antonio rallentò il passo, per poter continuare a seguirla. Dai lontani tempi di quand’era studente, non aveva mai pedinato o fermato donne per la strada, e anche allora raramente, quattro o cinque volte in tutto: non già perché non gli sarebbe piaciuto farlo, ma per una timidezza invincibile, convinto com’era che non sarebbe potuto piacere. Le pochissime esperienze del genere fatte da ragazzo erano state del resto infelici. Proprio per quel complesso di inferiorità, Antonio, che in compagnia degli amici sapeva essere spiritoso e degagé, nell’abbordare una donna diventava un perfetto cretino, non trovava le parole, balbettava, e la sua voce, per l’imbarazzo, prendeva un tono falso, duro, scostante. Se ne accorgeva benissimo, mentre le parole gli uscivano dalle labbra, ma era più forte di lui. Neppure stavolta egli pensò vagamente alla possibilità di un abbordaggio.

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